Hospitale_ocred
Francesi, Papato, Farnese e il sobborgo murato “La maggior parte della città detta dagli abitatori il Codiponte che è circa un terzo del tutto rimane verso Piacenza”, scriveva nella sua Storia d’Italia Francesco Guicciardini, che dopo la vittoria contro Francesi del 1515 era stato incaricato da Papa Leone X del governo cittadino. Anche se lo scrittore fiorentino ne attestava la crescita edilizia, l’Oltretorrente rimarrà, ancora per lungo tempo, in massima parte ancora verdeggiante, come testimoniano le splendide carte topografiche del tempo, dove sono eviden- ti ampie scacchiere di territorio coltivate a orti e riservata a parco. Le due sponde del torrente erano collegate tra loro dal ponte Caprazzucca, dall’antico attraversamento in pietra più volte rimaneggiato, e dalla citata Galeria, che era stata irrobustita e rafforzata. Si poteva accedere alla città murata tramite sei grandi porte, che venivano chiuse all’imbrunire e riaperte alle prime luci dell’alba. Da Levante si entrava in città tramite la porta di Santa Croce, mentre il forestiero che arrivava da Sud doveva pre- sentare i necessari salvacondotti e lasciapassare ai gendarmi di guardia all’accesso di San Francesco!*. In questo periodo Parma era aspramente contesa tra i Francesi e il Papato, tanto che l’aggravarsi delle vicende bel- liche costringerà la comunità a investire risorse ed energie per ampliare a scopi difensivi la cinta muraria sforzesca. Un intervento particolarmente importante e oneroso riguarderà la costruzione di una cittadella fortificata nei pressi del Parco Ducale. Ma sarà la dinastia Farnese, istauratasi nel 1545, a favorire l’inurbanamento cittadino, disponendo l’abbattimento di case private e di edifici religiosi e la costruzione di una tagliata aggiuntiva di mezzo miglio attorno alle mura. La possente cinta fortificata racchiuderà al suo interno anche il grande giardino, poi destinato a diventare il vero e proprio polmone verde della città seicentesca e settecentesca, che venne impreziosito da fontane e giochi d’acqua e da un esemplare e raro orto botanico a somiglianza di quello papale!°. L'espansione urbanistica dell’intero quartiere avvenuta in epoca farnesiana si completerà con la costruzione dell’im- ponente edificio dell'Annunziata, di San Francesco di Paola, della chiesa del Quartiere, e dell’oratorio di Santa Maria della Grazie (1617). Oltre al significativo sviluppo edilizio e demografico, questo importante periodo storico vedrà l’incremento delle attività commerciali e mercantili del sobborgo, rese ancor più evidente dall’incessante brulicare di artigiani e di piccoli laboratori nelle vicinanze di San Giacomo, Santa Cecilia e Santa Maria!”. Se, in definitiva, era stato il completamento del possente sistema difensivo a favorire la crescita edilizia ed economica del Capo di Ponte, il quartiere continuerà ad essere il cardine della sanità e dell’assistenza cittadina del tempo. 23
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