Hospitale_ocred
grande merito uniti dalla stessa straordinaria virtù [...] e per essersi entrambi adoperati a favore degli indigenti ne hanno gloria e ricompensa in cielo [...J?.?! Un forte spirito di carità era manifestato anche da coloro che, mossi dal desiderio di salvare la propria anima, do- navano, in vita o per testamento, parte o tutti i loro averi all’ospedale, in diverse forme (fondi, case, denari, oggetti, affitti, usufrutti), beni che contribuivano a incrementare il patrimonio dell’ospedale stesso.?° È proprio in virtù di una buona gestione delle donazioni e dei lasciti, e anche grazie alle esenzioni fiscali di cui beneficia da parte di autorità civili ed ecclesiastiche, che l'Ospedale Rodolfo Tanzi può prosperare rapidamente, tanto da poter acquisire case, ter- re e diritti d’acqua.” Al 1330 risale la stesura dell’inventario dei possedimenti, posti sia in città sia nell’episcopato, che fornisce anche la descrizione degli edifici in cui viveva ed operava la comunità ospedaliera, rivelandosi partico- larmente utile per comprenderne l’organizzazione.” Il compilatore, Johannes de Solegnano,” rettore dell’ospedale, inizia con una dettagliata presentazione della chiesa dedicata al beato Antonio confessore, dotata di campanile con due campane, quattro altari con quadri, sagrestia con mobili, contenenti reliquie, libri e paramenti sacri. Vicino alla chiesa si trovava la struttura più significativa del complesso ospedaliero: l’hospitale magnum, nel quale venivano accolti pellegrini e viandanti e dove erano ricoverati poveri e malati, continuamente assistiti da un frater. L'ospedale grande era bene attrezzato, con settantadue letti, dotati di materassi, lenzuola e coperte. Un altro stabile era adibito ad ospizio femminile, con quarantasei letti, corredati del necessario, armadi e attrezzi da cucina. La costruzione più grande, domus magna, comprendeva, alcuni locali di servizio (come cantina, cucina, forno) ed i refettori per i famuli (famigli) e per i fratres; questi avevano il loro dormitorio al piano sovrastante, dove si trovava anche l’ampia camera del rettore, riccamente arredata con pregevoli mobilia e suppellettili. Altri fabbricati erano destinati a magazzeni, pollaio, stalle per i cavalli e per i buoi, con annesso luogo ove dormivano i bobulci (bovari). Non avendo a disposi- zione testimonianze icnografiche, è impossibile ricostruire lo schema planimetrico del complesso di fabbricati, che, da quanto si desume dalla descrizione, doveva avere notevoli dimensioni. Considerate le modalità di vita della con- fraternita, si può supporre un impianto distributivo assimilabile alla tipologia delle prime strutture ospedaliere di origine conventuale, con corpi di fabbrica articolati attorno a cortili interni, probabilmente porticati,?° in un’organiz- zazione simile a quella di una corte agricola, atta a garantire uno stato autosufficiente di sussistenza. Per soddisfare il fabbisogno della comunità residente, nei pressi degli edifici ospedalieri si trovava anche un orto di tre biolche, con casa dell’ortolano. Altre risorse derivavano dalle cospicue proprietà fondiarie dell’ospedale: dall’elenco dei suoi beni risulta infatti possedere, tra città e contado, più di 158 case, 8 mulini, 451 appezzamenti di terra.” Un patri- monio ingente e ben strutturato, che, associato alle molteplici prestazioni assistenziali offerte, fa del Rodolfo Tanzi il maggior ente ospedaliero cittadino, nonostante complesse problematiche amministrative e sempre più gravosi oneri per mantenere il numero crescente dei suoi assistiti. Come si evince da un documento del 23 ottobre 1350, a quella 43
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