Hospitale_ocred

A peggiorare la situazione, nei primi decenni del Quattrocento, si aggiungono ripetuti episodi di pesti, carestie e violen- te esondazioni del torrente, con danni anche agli edifici, che contribuiscono ad un crescente stato di abbandono della città, e coinvolgono anche l’ospedale. L'istituto, ben radicato nella realtà locale, riesce comunque a sopravvivere, pur con funzioni e attività di assistenza ridotte, garantendo ancora la continuità delle sue strutture materiali.?° Si pongono ormai le condizioni per l’avvio, dalla seconda metà del sec. XV, di quel processo di trasformazione de- finito ‘riforma ospedaliera’ volta all’unificazione degli enti assistenziali, che porterà alla nascita, sia amministrativa sia fisica, del nuovo ‘ospedale grande”. La ‘riforma ospedaliera’ e il nuovo ‘Ospedale Grande” La città era governata da Galeazzo Maria Sforza, quando, nel 1468, scoppiò un’altra, fortissima, pestilenza; da cro- nache del XV secolo, si apprende che tra dentro e fuora le mura morirono più di diecimila persone. Il popolo, nella miseria, soffriva moralmente e materialmente; gli ospedali si riempivano?! e, in molti di essi, gli infermi “/.../erano affamati e seviziati da rapaci Rettori che commettevano ogni sorta di nefandezze, cresceva esorbi- tantemente il numero degli illegittimi recati all’ospedale Tanzi” 8° La mancanza di risorse per riuscire ad accogliere il numero dei bambini abbandonati che continuava a moltiplicar- si, motiva, nel 1470, l’istanza al duca Galeazzo Maria Sforza, da parte degli Anziani del Comune, per sollecitare l autorizzazione del Pontefice all’accorpamento, in quello di Rodolfo Tanzi, degli ospedali minori della città e del territorio parmense, che erano circa una sessantina, man mano che ciascuno di questi fosse rimasto, o per morte o per rinuncia, privo del proprio rettore.?* Il provvedimento del Comune di Parma, non rappresenta un fatto isolato, ma si inquadra in un programma genera- lizzato che vede maturare una nuova coscienza civica nel campo dell’assistenza: per far fronte all’incapacità degli ospedali esistenti di adeguarsi alle mutate esigenze della società, si creano, nel XV secolo, le basi per una grande trasformazione anche nel campo assistenziale, optando per concentrazioni ospedaliere, volte ad unificare tutti i pic- coli ospedali in uno, maggiore o grande, in modo che i fondi di beneficenza possano essere razionalmente utilizzati, evitandone la dissipazione in troppe direzioni. La proposta di potenziare il Rodolfo Tanzi come centro di aggregazione degli enti ospedalieri parmensi viene accolta da papa Sisto IV, con bolla del 4 dicembre 1471, che, per attuarne l’incorporazione in unico Ospedale Grande, impone però alcune condizioni, contemplanti radicali cambiamenti. ospedale doveva rendersi indipendente dal Vescovo di Parma ed essere soggetto solo al Papa. Inoltre, la proprietà dello stesso ed il diritto di eleggerne i rettori, dovevano 45

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