Hospitale_ocred

56 le della crociera, che originariamente “serviva di chiesa”, e, in sostituzione di questa, era stato contemporaneamente costruito, un “Oratorio Novo”, nell’ampio cortile a nord-ovest, collegato al piano delle corsie ospedaliere, attraverso il lunghissimo “andito nuovo”, finalizzato a mettere in comunicazione, da sud a nord, tutti i locali di competenza dell’Ospedale della Misericordia.5° All’epoca, l'Ospedale della Misericordia poteva ospitare circa 300 ammalati fra uomini e donne, come risulta dalle annotazioni del medico americano John Morgan, venuto a visitare l'Ospedale di Parma nel 1764, che ci ha lasciato anche una efficace descrizione della distribuzione dei letti, disposti su due piani attraverso una struttura lignea soppalcata, a piano terra suddivisa in celle, atte a tenere separati gli infermi affetti da malattie trasmissibili. Si può supporre che l’aspetto delle corsie dell’ospedale somigliasse all’immagine che ci ha lasciato il Sanseverini dello “Spaccato dell’Infermeria dell'Ospedale S. Giacomo di Parma.” Questo tipo di distribuzione adeguava il vecchio edificio alle moderne teorie: nel XVIII secolo, il Milizia, parlando della forma degli ospedali, indicava, infatti, come ottimale una distribuzione in piccole stanze simile a quella “de” Conventi de’ Religiosi”. È proprio come un convento o una fattoria agricola era organizzato tutto il grande complesso ospedaliero di Parma. L’0- spizio degli Esposti e l'Ospedale della Misericordia, pur conservando la loro singola autonomia, costituivano un organismo fornito del necessario per una vita autosufficiente. Il complesso era dotato di tutto l’occorrente per il proprio sostentamento: il canale che attraversava l’intero organismo, la bugadara (dove fare il bucato), le altane stenditoio (a scala maggiorata rispetto a quelle tipiche delle abitazioni di Parma), le grandi cucine, i refettori, gli attigui ambienti del farinaro per conser- vare la farina; la dispensa per le provviste di viveri; la cantina, la panetteria e i laboratori di spezieria.® Non mancavano nemmeno una polara (il pollaio) e la legnara, per le scorte di legna. Molti generi (come frumento, uva e legname) gli derivavano dalla conduzione dei fondi che facevano parte del patrimonio ospedaliero. All’esterno, sotto al portico, oltre all’Oratorio di S. Ilario, sivaprivano diverse botteghe, tra cui la Spezieria, come si legge nelle costituzioni del 1757: “Sotto il portico [...] mantiensi aperta dallo Spedale una Spezieria, non solo per servigio e bisogno dei suoi infermi, ma a pubblico comodo e utilità di cittadini che vogliono [...] provvedersi di medicamenti o roba che in quella si vendono”. L’Ospedale nel XIX secolo: gli Ospizi Civili Sotto la dominazione francese (1802-1814) avviene una profonda trasformazione dell'Ospedale di Parma, che con . AI è ? il nome di Ospedale Nazionale, esprime il nuovo concetto di assistenza, intesa come un ‘sacro debito della nazione tenuta a provvedere alla cura ed al mantenimento dei cittadini sventurati.® Il governo napoleonico, con decreto del 1806, stabiliva che tutte le Opere Pie, ospedaliere e di ricovero, venissero ? dm

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