Hospitale_ocred
Il destino dell'Ospedale Vecchio L’edificio di Via D'Azeglio, per il quale il Presidente degli Ospizi nel 1915 aveva auspicato potesse diventare la sede degli “/...]inabili al lavoro, i mutilati della nostra guerra, gli orfani e fanciulli abbandonati”, in un coordinato pro- gramma di provvedimenti filantropici, fu invece, per evidenti ragioni economiche, messo in vendita già dal 1926. L’inevitabile sospensione dell’attività ospedaliera fece sì che l’antico complesso, da quando smise di servire agli scopi ricettivi e sanitari peri quali era stato creato, venisse definitivamente battezzato Ospedale Vecchio. Molteplici e spesso improprie, le destinazioni d’uso dei locali che verranno in seguito adibiti a deposito militare, magazzini, laboratori, circoli, abitazioni priva- te. Nell’emergenza postbellica, dal 1948, in gran parte del fabbricato a ovest, verso vicolo Santa Maria, vennero alloggiate fa- miglie di sfollati. Nello stesso anno, fu qui trasferito l’Archivio di Stato, dopo che la precedente sede, nell’edificio della Pilotta, era stata resa inutilizzabile dal bombardamento aereo del 13 maggio 1944; lungo le pareti della crociera furono collocate ele- ganti scaffalature per la conservazione dei documenti e negli ambienti intorno al chiostro trovarono sede uffici e sale di studio. A partire dagli anni Settanta fino alla fine del secolo scorso, con il progressivo recupero, da parte del Comune, di spazi destinati a Biblioteche, Emeroteca, Videoteca e Archivio Storico Comunale, unitamente alla massiccia presenza dell’Archivio di Stato, inizia la riqualificazione dell'Ospedale Vecchio come “Centro della memoria storica della città”, nella prospettiva del graduale recupero di ulteriori ambienti destinati alle raccolte documentarie in continua espansione e ad altre attività a queste connesse, che avrebbero dovuto confluire e concretizzarsi nel progetto Citta- della della Carta e del Cinema (1999).8 L’Amministrazione Comunale, dopo avere indetto nel 2001 un concorso europeo per “Restauro conservativo e re- cupero funzionale” dell'Ospedale Vecchio, avvia invece, nel 2003, una procedura di Projet Financing, che ne con- templa la cessione a privati, in cambio dei lavori di recupero dell’intera struttura, con prevista frantumazione dei locali e creazione di numerosi servizi igienici in successione, per adattare gli ambienti ad usi alberghieri, abitativi e commerciali, con sensibile riduzione di gran parte degli spazi adibiti ad archivio. Questo progetto incontra l’op- posizione di molta parte della città, a partire dalle associazioni culturali, in prima linea Italia Nostra e Monumenta, che danno inizio anche a una dura battaglia legale, nella convinzione che solo mediante un restauro integrale e un recupero sapiente, nella più severa salvaguardia e con il rigoroso ripristino di ogni sua parte, possa essere rivalutato il complesso Ospedale Vecchio, assicurandone «le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica». Finalmente, dopo un ventennio di controversie, si sta finalmente presentando l’occasione di valorizzare tutto il gran- de edificio nella sua unitarietà fisica e funzionale, assecondando la vocazione collettiva e pubblica di questo vasto e monumentale complesso architettonico, per restituirgli il meritato ruolo di emergenza urbanistica e sociale nella città di Parma.®® 63
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