Hospitale_ocred

6 La prima fonte documentaria che ricorda Rodolfo Tanzi è un atto, in data 2 dic. 1201, con il quale certo Rainerius Frontis, parmigiano, “[...] investivit Rodulfum Tancii nomine et vice Pauperum de quodam suo casamento posito in burgo tascherio”. Nello stesso documento è contenuto un altro atto (9 maggio 1203) dello stesso Rainerius, in cui è specificata la motivazione delle sue donazioni: “pro remedio anime sue et suorum mortuorum vel defunctorum donaverat”. ASPr, Antichi Ospizi Civili, Ospedale Rodolfo Tanzi, b.11 fasc.2 e b. 21, fasc.1; citazione riportata in nota da I. Arrò, III, cit., pp. 40 e 41.Cfr. anche: M.0. BanzoLa, 1980, cit., p. 86; M. GAZZINI, cit., pp. 3-4. î Nel 1886, fu intitolata al patriota parmigiano Pietro Cocconi (1821-1883), che fu medico, giornalista, deputato (dal 1865 al 1882), questa via in cui egli nacque, e dove, sulla casa natale, era stata affissa, nel 1883, una lapide commemorativa (G. SITTI, cit., pp. 62-63). 8 Come si è detto (cfr. nota 5), una sezione dell’Ospedale di Rodolfo era intitolata a Sant'Antonio (M. GAZZINI, cit., p.6 e nota 14, p. 8 e nota 20). Nel periodo medievale, il culto di sant'Antonio abate fu reso popolare soprattutto per opera dell'Ordine degli Ospedalieri Antoniani (fondato a Vienne nel Delfinato, dove alla fine del sec. XI erano state traslate le sue reliquie), che ne consacrarono altresì l’iconografia: essa ritrae il santo ormai avanti negli anni, mentre incede scuotendo un campanello (come facevano appunto gli Antoniani), in compagnia di un maiale (animale dal quale essi ricavavano il grasso per preparare emollienti da spalmare sulle piaghe). Il bastone da pellegrino termina spesso con una croce a forma di tau che gli Antoniani portavano cucita sul loro abito (thauma in greco antico significa stupore, meraviglia di fronte al prodigio). A Parma esisteva, sul tratto orientale della via Emilia, un oratorio-xenodochio dedicato sant'Antonio Abate, attestato dal 1286 (M.0. Banzota, 1980, cit., pp. 39-40 e nota 43, p.71, p.93). ° ASPr, Antichi Ospizi Civili, Ospedale Rodolfo Tanzi, b.7, fasc.12. Cfr.: I. Arrò, II, cit., p. 41, appendice p. 316, n. XXI; A. ScHiavi, La Diocesi di Parma, II, Parma, 1940, p. 416; M.0. BanzoLa, 1980, cit., pp. 86-87; M. GAZZINI, cit., pp. 3-4. !° Un primo inurbamento del sobborgo occidentale era stato attuato nel 1178, dopo che, in conseguenza della paurosa esondazione dell’anno precedente, il torrente aveva spostato il suo corso a sinistra dell’antico Ponte Pietra che collegava i tratti della via Emilia a levante (dove la città si andava sviluppando attorno all’antico nucleo romano) ed a ponente del corso d’acqua. La zona ad ovest del nuovo ponte, detta Capo di ponte o Co’ di ponte, diede così origine al primo nucleo urbano dell’attuale Oltretorrente, che per tutto il XIII secolo e per molto tempo ancora rimarrà in gran parte inedificato e occupato da ampi spazi (attraversati da una fitta rete di canali), coltivati ad orti e frutteti, lembi di campagna compenetrati nella città, dove la cultura contadina continua a sopravvivere al fianco delle nascenti attività artigianali. Per approfondimenti sulla storia urbanistica della parte occidentale di Parma, cfr., in questo stesso volume, il contributo di G. TONELLI: L’Oltretorrente: dove si confondevano i luoghi della vita e della morte. 11 Sy questo tipo di strutture, che erano un tutt'uno fra ospedale ed albergo, cfr.: M. PELLEGRI, Xenodochi e Ospitali nel parmense dagli inizi al 1471, Parma, 1973, che per primo traccia un quadro organico di tutta la fitta rete di queste istituzioni, corredato da una breve storia di ciascuna di esse, (dello stesso dutore, cfr.: Dallo Xenodochio medioevale all’Ospedale di oggi e di domani, in “Al pònt cid mez”, XVIII, febbr. 1968). Sullo stesso tema, cfr. anche: M.0. BanzoLA, 1980, cit., pp. 61-81. Sulle vie di pellegrinaggio nel territorio parmense, cfr.: A.C. QUIN- TAVALLE, La strada Romea, Cinisello Balsamo, 1975 e, dello stesso A., Vie dei pellegrini nell’Emilia medievale, Milano, 1977, seguiti, poi, da altre più sintetiche pubblicazioni come: Romea, la via dei pellegrini, a cura di F. BAROCELLI, Berceto, 1987; M.C. BasteRI, La via Francigena nel territorio parmense, Parma, 1996, oltre al video, con testo allegato: Una strada Romea-la via Francigena, a cura di C. BoccHi, G. MORI. !? Sulle istituzioni assistenziali presenti a Parma in epoca medioevale, cfr.: M. Gazzini, Assistenza e confraternite tra devozione e civismo, in R. Greci (a cura di), “Storia di Parma”, III, tomo 2, Parma, MUP, 2011, pp. 189-213. 13 Definizione di F. BaROCELLI (in: AA.VV. , Per antichi cammini —il medioevo a Parma e provincia, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, Mi, 2003, p.36), che si è accostato più volte, con particolare attenzione e sensibilità, alla figura del fondatore, mediante conferenze e articoli apparsi anche sulla Gazzetta di Parma: Cavaliere e benefattore, in GP, 14.01.2002; Apostolo di carità, in GP, 05.02.2002. 14 Così è stato acutamente definito da M. GAZZINI, cit., p. 11. 15 M.0. BANZOLA, 1980, cit., p.87 e nota 7, p.40, nota 42. Solo dal 1365 la vita della comunità verrà regolata da specifici statuti, riaffermando il rispetto dell’obbligo dei voti di castità, povertà e obbedienza. Per comprendere le modalità della vita comunitaria nell’Ospedale di Rodol- fo Tanzi, cfr. lo studio di M. Gazzini, Una comunità di “fratres” et “sorores”, in R. GRECI, 2004, cit., pp. 259-292, che ricostruisce, inoltre, 65

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