Hospitale_ocred
x n cus 66 in appendice, per quanto rintracciabile dallo spoglio dei documenti reperibili, l’elenco degli appartenenti alla comunità ospedaliera, con rispettive cariche, dal 1201 al 1452. !° “Anche dopo la concentrazione in un corpo unico, tuttavia, rimasero le tre denominazioni — di Rodolfo, di S. Antonio, di Ognissanti- usate indistintamente (...), originando confusione (...), sia sul reale sito dell’ente (...) sia sulle stesse realtà cui si faceva riferimento.” Si deve all’attenta indagine di M. Gazzini il riscontro della coesistenza di due sezioni dell’ente, di cui una posizionata a nord della via Emilia, già molto prima del 1250, contrariamente a quanto si era precedente creduto; la notizia è tratta da un documento del 1214, in cui si parla di ‘hospitalia et hedificia domini Rodulf in relazione a uomini “che abitavano dove ora si trova l'ospedale di Rodolfo, a nord della strada, e quelli che abitavano a sud della strada, dove si trova l'ospedale di Sant'Antonio” (M. GAzziNI, Rodolfo (...), cit., pp. 8-9; cfr. anche: S. BORDINI, cit., p.350). " F. BAROCELLI, cit., p.36. ! G. Cosmacini, L'arte lunga. Storia della medicina dall’antichità ad oggi, Roma-Bari, 1999, p. 136, ripreso anche da S. BoRDINI, cit., p.354. !° Quella attualmente presente di fianco all’ingresso è una copia in sostituzione della lastra originale, da qui rimossa nel 1996 e trasferita sulla parete in alto a destra dello scalone. La foto della lapide, la sua trascrizione e la traduzione letterale sono state pubblicate da M.G. ARRIGONI BERTINI, Note epigrafiche, in R. GRECI, 2004, ciî., pp. 337-343. L'iscrizione riguarda la convenzione degli affiliati all’ Arte parmense dei calzolai con l'Ospedale Rodolfo Tanzi, dove potevano essere assistiti, già dalla metà del sec. XIII. Le quattro principali corporazioni cittadine dei Ca/zolai, Beccai, Fabbri e Pellicciai, gestiranno poi l'Ospedale dei quattro Mestieri, detto anche Ugolino da Neviano, perché fondato con disposizione testamentaria di quest’ultimo, nel 1322. I prospetti dell’Ospedale e dell’annesso Oratorio di S. Giacomo, sono ri- prodotti da A. SANSEVERINI (ASPr, Raccolta Sanseverini, Vol. II, 6c, 6d. 6e, 6f, 6g). Gli edifici di questo ospedale con annesso oratorio erano, in origine, ubicati nell’angolo tra Strada S. Francesco (oggi Via Nino Bixio) e Borgo degli Imenei (cfr. Atlante Sardi, 1767, tav. II, isola 13, n.1, Spedale degl’Incurabili). L’Ospedale di Ugolino verrà aggregato, nel 1471, a quello di Rodolfo Tanzi e poi affiliato a quello di S. Gia- como degli Incurabili di Roma, assumendone lo stesso titolo, e darà poi ricetto a malati considerati incurabili e cronici, che non venivano accolti nell’Ospedale della Misericordia. Nel 1837, durante il governo di Maria Luigia d'Austria, sarà trasferito nei locali dell’ex convento francescano adiacente alla chiesa del Quartiere. M.0. BANzOLA, 1980, cit., pp. 77-79. % M. Gazzini, Rodolfo (...), cit. p.21, nota 72. 2! Anche questa lapide, nel 1996, è stata smurata dalla parete di fondo del portico, di fianco all’ingresso dell’ospedale e qui sostituita da una copia; l'originale si trova ora affisso sul paramento murario in alto a destra dello scalone. Il testo in distici latini è riportato e liberamente tradotto da A. BarBIERI, G. NEGRI, Cenni intorno la vita di S. Ilario, Parma, 1846, p. 55 (Antonio Battei ne ha curato un’edizione anastatica, uscita nel giorno di S. Ilariò 1997, in 200 copie numerate); cfr. anche N. PELICELLI, cit., p.7 e M.O. BanzoLa, 1980, cit., p. 89, nota 14: la foto della lapide, la sua trascrizione e la traduzione letterale sono state pubblicate da M.G. ARRIGONI BERTINI, cit., pp. 337-343. 2° A titolo di esempio, cfr. il documento citato in nota 6. ° Come è possibile rilevare dalla quantità e qualità di testamenti e donazioni succedutasi a partire dal momento della fondazione fino al 1330, che rappresenta il periodo della compiuta stabilità dell’ente. Cfr.: P. Basite, L’Ospedale tra testamenti e donazioni (1201-1376 i), in R. GRECI, 2004, cit., pp. 179-210, che riporta in appendice l’elenco dei documenti relativi a lasciti ed elargizioni fino al 1376 (anno della stesura degli statuti ospedalieri), conservati in ASPr e che, in totale, sono 160. 24 Cfr.: P. BasILE, Le proprietà dell'ospedale da un inventario di inizio Trecento, in R. GRECI, 2004, cit., pp. 211-228. ® La descrizione è riportata da G. ALBINI, nei seguenti studi: Dallo sviluppo della comunità ospedaliera alla sua crisi (secoli XIV e XV), in R. GRECI, 2004, cit., pp. 29-77, a pp. 48-51 e Carità e assistenza nel Quattrocento parmense: le istituzioni, gli uomini, in R. GRECI, “Storia di Parma”, 2011, cit., pp. 215-255, a p.218. °° Come pare da quanto accennato in un documento del 1292: “Armando de Pizofreno ministro hospitalis domini Rodulfi de capite pontis. Actum Parme sub portico domus que est penes claustrum dicti hospitalis”. Cfr.: M.0. BanzoLA, 1980, cit., pp. 90-91, nota 17. °° I terreni lavorativi erano parte a destinazione ortiva, soprattutto in città annessi alle case date in affitto, parte prativi, a pascolo, altri
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