Hospitale_ocred
68 * M.0. BanzoLa, 1980, cit., pp. 117,191-193. ®° M. O. Banzota, 2001, cit., pp. 20 e 36, e 7 progetto di Nicola Bettoli per il Convitto delle Suore Vincenziane nell ’Ospedale della Miseri- cordia, in ASPP, IV serie, XLVI, 1994, Parma 1995, pp. 411-421. La prima idea progettuale di schema a impianto simmetrico potrebbe avvicinarsi a quella dello schizzo conservato in ASPr (Cavamenti, b. 204, fasc.19), pubblicato per la prima volta da M. DaLL’Acqua in Correggio e il suo tempo, Parma, Graphital, 1984, pp. 195 e 218. ‘° Oltre, naturalmente al più noto Ospedale Maggiore di Milano (1456), tra gli esempi di ospedali padani con pianta a forma di croce si possono annoverare: l'Ospedale di Santo Spirito e di San Luca della Misericordia a Brescia (prima pietra 1447); l'Ospedale Maggiore di S. Maria della Pietà a Cremona, (inizio 1451/52): l'Ospedale Grande di San Matteo a Pavia (lapis primarius giugno 1449); l'Ospedale Grande di San Leonardo in Mantova (inizio 1450/51); l'Ospedale Maggiore di Lodi (prima pietra 1459); l'Ospedale Maggiore di Piacenza (1471/72); l'Ospedale Grande di San Mauro di Bergamo (prima pietra 1474); l'Ospedale Grande di Sant'Anna di Como (inizio 1482 ca). Tra gli ospedali con impianto a corsie incrociate, di influsso milanese, situati in territori dominati dagli Sforza, sono da ricordare anche: l'Ospedale Grande della Beata Vergine della Misericordia, o di Pammatone, a Genova (prima pietra 1474) e l'Ospedale Maggiore della Carità (già Casa di San Michele della Carità), a Novara (post 1482). Per notizie più dettagliate sugli ospedali padani a croce e sul significato simbolico di questo tipo di impianto, si rimanda a: M.0. BANzoLA, Dal vecchio al nuovo ospedale di Parma, con relative note bibliografiche, in: C. Moretti, C. CANALI, M. GIOVENZANA, a cura di, 1915 Nasce il nuovo ospedale di Parma, Parma, Toriazzi Ed., 2017, pp. 61-93. 2! Giovanni Francesco Testa (Parma, 1506-1590) cominciò la sua attività come intagliatore (terminò il coro della chiesa di S. Giovanni Evangelista). Fu ingegnere della fortificazione della città e costruì diverse chiese ed edifici di Parma. Note biografiche in R. LASAGNI, cit., IV, p. 552. 1° Oltre che il già citato Cenni intorno la vita di S. Ilario, di A. BarBIERI, G. NEGRI, cfr. anche: D.A. DEL Prato, / Santi protettori di Parma, Parma, 1903, pp. 13-17, e le sintetiche ma esaurienti descrizioni su vita, figura e culto di Sant'Ilario di Poitiers nella nostra città che compaiono ogni anno sulle pagine della Gazzetta di Parma, in occasione della festa del patrono (13 gennaio). Cfr. anche i più recenti studi di: R. BartiLANa, Sant'Ilario, in “Parma festeggia”, Parma, 1999, pp. 37-57, e di R. BenEccHI, SantMario di Poitiers, in “Santi di Parma e Provincia”, Parma, 1999, pp. 28-32. * Cfr. ancora: A. BARBIERI, G. NEGRI, cit., che contiene una completa descrizione dell’Orazorio di S. Ilario, pp. 31-43; M.0. BanzoLa, 1980, cit., pp. 144-150; M.0. BanzoLa, L’Oratorio di Sant'Îario patrono di Parma, in “Parma Vecia”, n. 16, 1982, genn. - febb.; AA.VV. Sant'T- lario e il suo oratorio, Parma, 1989 e 1996; M.0. BANZOLA, 2001, cit., pp. 22-24. Per dettagliate notizie riguardanti la figura e la vita di sant’Ilario, la sua iconografia legata al culto in ambito parmense e al patronato sulla città e per descrizione, significati e analisi tematica e stilistica dell’apparato decoràtivo dell’Oratorio, si rimanda all’approfondito, specifico studio, di F. BAROCELLI, corredato da un ricco reper- torio fotografico a colori, Mario e il suo oratorio - arte tra devozione e “salute dell’anima”, in: M.0. BanzoLa, L. FARINELLI, R. Spocci, 2003, cit., pp. 157-188, figg.19-54. 4 Nel particolare dell'Ospedale della pianta di Parma disegnata da Smeraldo Smeraldi nel 1592, è ben visibile che l’ingresso all’Orto, non era ancora occupato dalla chiesa. Secondo F. BarocELLI, cit., p.171, già prima del 1590 sarebbe stato eretto un piccolo oratorio impostato sulla via degli orti, nel luogo dell’attuale (frutto del successivo intervento secentesco), e ne attribuisce il disegno a Gian Francesco Testa, sulla base di analogie con i rapporti spaziali della chiesa di Santa Maria degli Angeli. 5 I Reti, stuccatori e pittori, originari del Lago di Como, operarono nel Ducato di Parma durante il XVII sec. (cfr.: E. Riccomini, Ordine e vaghezza, la scultura in Emilia nell’età barocca, Bologna, 1972, p. 44). Su Domenico Reti (attivo a Parma tra il 1666 e il 1687), cfr.: R. LasacnI, cit., IV, pp. 84-85, alla voce. 1° Cfr. precedente nota 5. “ Giovanni Maria Conti della Camera (Parma 1614-1670) dipinge la volta con l’aiuto dei pittori parmigiani Francesco Maria Reti (1624- post 1682) ed Antonio Lombardi (1600-1673); per questo lavoro viene pagato nel 1666. Il soprannome “della Camera”, gli deriverebbe dal fatto che il Conti aveva affittato una grande camera nella quale insegnava pittura; ciò fa supporre che fossero molto numerosi gli allievi della
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