Hospitale_ocred
Per l’ubicazione cfr.: Atlante Sardi, cit., tav. XXIV, isola 163, Chiesa e Monastero delle M.M. delle Grazie. Sull’argomento, cfr. anche l’appro- fondito studio di A. Mora, Aspetti della condizione ospedaliera a Parma in età napoleonica. Orfani ed illegittimi durante l’amministrazione di Moreau de Saint Méry in “Gli Ospedali in area padana tra Settecento e Novecento”, ATCISO (Montecchio Emilia, 14-16 mar. 1990), Milano, 1992, pp. 413-441; M.0. BANZOLA, Brevi cenni [...] e Ospedale Vecchio: Le stanze ritrovate, cit.. p.16. °° Per approfondire l'argomento, cfr.: I. PAOLETTI, Studi e ricerche sulla Medicina nel ducato di Parma all’epoca di Maria Luigia, in AP, XLVI, 1962, pp. 26-46. Cfr. anche: La facoltà di Medicina (1824) nelle memorie di un Francese, in GP 15 sett. 1980, e Le istituzioni sanitarie e caritative a Parma all’epoca di Maria Luigia, in GP 13 e 20 ott. 1980 (da Louis VALENTIN, Voyage en Italie, Paris, 1826). 7° Con questa realizzazione la duchessa portava a termine un progetto, già impostato dal governo napoleonico, al fine di creare “/.../ un Ospizio ordinato a prestare segreto ricovero alle femmine che, cadute in errore, mal potrebbero nasconderlo agli occhi altrui, dal che nasce lo scredito, e da questo non di rado il maggiore dei mali, la perdita della verecondia”. (Il testo è di commento all’immagine dell’edificio riprodotto in apposita tavola facente parte di Monumenti e Munificienze [...], cit., fasc. VI). Aveva sede nell’edificio, ora distrutto, dell’ex Convento di S. Maria della Neve, già confiscato dal governo francese, che occupava un ampio isolato tra Strada Maestra San Michele e Borgo Scoffone, attraverso il quale comunicava mediante un passaggio rialzato, con l’Ospizio degli esposti che, come abbiamo visto, era stato trasferito in questo borgo, nell’ex Convento delle Grazie. Anche qui i trovatelli venivano accolti attraverso la ruota che sarà sostituita solo nel 1872 da un Ufficio di consegna, dove venivano iscritti in un apposito elenco e poi denunciati all'Ufficio di Stato Civile. Per l'ubicazione del Convento, cfr.: Atlante Sardi, cit., tav. XXIV, isola 156, n. 6, Chiesa e Monastero delle Cappuccine. "Il lungo corridore di collegamento, è testimoniato anche da posteriori planimetrie catastali (ASPr, Cessato Catasto Italiano, 1853, sez. H, f. I) e da alcune vecchie foto aeree (ASCPr). Sull’argomento cfr.: G. MANFREDI, Il traghetto tra i due ospedali — Progetti e ipotesi 1818- 1831, in “Il complesso dei ‘Paolotti’ di Parma”, a cura di A. BAROZZI, pp. 67-74, che pubblica il relativo progetto di Montecchini, del 1821, conservato in ASPr. I malati di mente saranno qui ospitati per 50 anni, fino al 1872 quando verranno trasferiti nell’Ospedale Psichiatrico dell’ex Palazzo Ducale di Colorno. 7 La saggia iniziativa fu celebrata da Carlo Malaspina con un’ode, A Sua Maestà per le stufe erette nell’Ospedale di Parma. L’ode di C. MA- LASPINA (Parma 1808-1874) fu pubblicata in due edizioni: la prima, del 1834, presso la tipografia Carmignani, la seconda, del 1835, con i Tipi Bodoniani. Il testo è riportato integralmente in C. TROMBARA, Cenni storici [...], cit., pp. 41-43. 2 Cfr.: M.0. BANZOLA, Il progetto di Nicola Bettoli per il Convitto delle Suore Vincenziane nell’Ospedale della Misericordia, in ASPP, IV serie, XLVI, 1994, Parma, 1995, pp. 411-421, dove viene accertata l’attribuzione del progetto a Nicola Bettoli, grazie all’analisi dell’ampia do- cumentazione relativa al progetto conservato in ASPr (Amministrazione Patrimonio dello Stato, Direzione, inv. n 58, b. 102). Nicola Bettoli (Parma 1780-1854), primo architetto di corte, è l’autore dei più importanti interventi architettonici a Parma nel periodo luigino. Tra le sue opere, alcune purtroppo distrutte, ricordiamo: il Teatro Regio, il Palazzo Ducale, le Beccherie, il Collegio Maria Luigia, e il nuovo Palazzo degli Studi (oggi sede del Tribunale). 7 L'immagine della Facciata del nuovo edifizio eretto per le suore della carità presso l'Ospedale Maggiore di Parma, delineato da P. Mazza, fa parte di Monumenti e Munificienze di Sua Maestà la Principessa Imperiale Maria Luigia [...], cit., fasc. VI. 5 G. BaTTISTINI, in Ombre di torri, Fidenza, 1954, attraverso divertenti aneddoti corredati da spiritose vignette fornisce un vivace quadro dell’attività ospedaliera all’inizio del Novecento e della giornata che si svolgeva nel vecchio ospedale, p.9: “La sua vita era regolata, come quella di un convento, dalla campana, e come in convento i suoi rintocchi or brevi or lunghi [...] comandavano, dirigevano, sollecitavano ope- re e lavori. Prima ancora che, all’alba, la campana ammonitrice segnasse la via alle funzioni del giorno, la vita si ridestava nell’austero edi- ficio. [...] Una pallida Suora accendeva le pie luci dell’altare e un vecchio Cappuccino ne ascendeva i gradini a celebrare il sacrificio divino”. ‘° L'Ospedale dei Bambini, tra i primi in Italia, era stato inaugurato nel dicembre 1900, con sede nell’ex Convento di San Francesco di Paola, su Strada Maestra Santa Croce (ora Via D'Azeglio), che aveva ospitato, in precedenza, l'Ospedale psichiatrico (da qui trasferito a Colorno nel 1872). Cfr.: M.0. Banzota, 2001, pp. 43-44 e 2017, cit., p.82. Per la galleria di collegamento, vedi prec. nota 71. Sulla fondazione e la storia dell'Ospedale dei Bambini, si rimanda agli studi di R. ViRpIS: Z{ primo Ospedale dei Bambini, in GP del 2 gen. 2001; Alessandro 71
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