Hospitale_ocred

80 La comunità di inizio XIII secolo appare come un ente pienamente autogestito, l’elezione interna del rettore e l’impegno diretto dei fratres sul campo della cura è emblematico di un sistema che si autogoverna e si protegge da ingerenze esterne. L’elezione del rettore tuttavia è di competenza dei soli confratelli maschi. Nonostante dalle fonti traspaia l’essenziale ruolo delle donne nel contesto della cura ospedaliera, determinante per il funzionamento della parte femminile dell’hospitale come per l'assistenza ai lattanti, ad esso non corrisponde alcun peso decisionale. Ad esempio, le balie che desiderano adottare il bimbo preso in affido vengono rappresentate nell’atto dal marito, il così detto bdalio. Dentro un ospedale medievale La crescita dell’ospedale medievale non si arrestò fra XIII e XIV secolo; più l'ospedale andava incontro alle esi- genze della società, più ne riceveva in cambio terre e case, sia in Codiponte che fuori. Di fronte alla necessità am- ministrativa di quantificarne il patrimonio, nel 1330 il rettore Giovanni da Solignano intraprese la redazione di un inventario dei beni che l’ospedale possedeva nella città e nella diocesi", un lungo documento che oggi ci regala, insieme alle informazioni precise sul suo articolato stato patrimoniale, il più dettagliato affresco dell’ente medievale e della sua organizzazione interna. L'ospedale appare allora ubicato a nord dell’attuale Strada D'Azeglio, dove si trovava, adiacente agli edifici ospeda- lieri, la chiesa di Sant'Antonio con il suo cimitero? che aveva una torre con due campane e, al suo interno, quattro altari consacrati e dotati di reliquie conservate in cassette d’avorio. La sua sacrestia conservava in tre mobili - detti archimbanchi - gli ornamenta aecclesiae, ossia gli strumenti liturgici ed i libri necessari alle messe e ai riti diurni e notturni?!. A lato della chiesa si trovava l'ospedale grande nel quale erano ospitati i pellegrini e i viaggiatori e dove erano accolti uomini poveri e malati, al cui servizio rimaneva sempre un frate. In questa parte si trovavano e venivano censiti settantadue letti, con i materassi; c’erano diciannove paia di lenzuola e molto lino per farne altre, tappeti, paioli di rame e una padella. La parte femminile era organizzata come una sezione separata, collocata su un altro lato di ospedale, dotata di una piccola corte, in parte nella vicinia di San Giacomo e in parte nella vicinia di Santa Maria di Borgo Taschieri??. Ven- gono elencate per nome undici consorelle, che erano sottoposte ad una massaria di nome Alberta; ciascuna di loro aveva la proprietà di alcuni beni essenziali, come lenzuola, panni, cuscini, tappeti. C’erano letti e si contavano no- vantuno materassi: un’ospitalità consistente che doveva rispondere ad una domanda importante da parte dell’utenza femminile. l’organizzazione dell’ospedale e della comunità, rigorosamente suddivisa per genere, accostava fianco a —_

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=