LAZZARI TURCO- Manuale pratico di cucina - 1904 copia
- 464 — spalmata di burro, invece di collocarli sulla gratella, aggiungendovi dell’olio e spolverizzandoli di pang ra tta to ; 20-30 m. al forno. Uovoli colle ova affogate. Cnocete gli uovoli come nella prece dente ricetta in un tegame di porcellana, al forno, avendo cura di col locare ciascun cappello sopra un crostino fino di pane, e di spargere il ripieno nel tegame invece di metterlo nei cappelli che spruzzerete col sugo di limone. P reparate a parte tan te ova affogate (vedi pag. 191) quanti sono i cappelli e, prima di servire la vivanda (entro il tegame di.porcellana), riempite i funghi colle uova. Uovoli colla salsa. P reparate gli uovoli alla gratella e poi ser viteli con una salsa d’ erbe, di cipolla, d’ aglio, di pomodoro, alla pro venzale, a norma del gusto e a piacer vostro. Crocchette d i uovoli. Come quelle di funghi (vedi pag. 148). Sformato di uovoli. Come quello di funghi (vedi pag. 224). Uovoli in „fricassèe“. Cotti gli uovoli in umido, secondo la rice tta N.° 1. aggiungetevi delle patatine novelle lessate in forma rotonda, qualche altra verdura della stagione, come carote, biete, piccoli pomi doro, cipollette rosolate a parte nel burro, un po’ di capperi, cetrioli sotto 1’ aceto tagliati a filetti ecc., poi un bicchierino di marsala, brodo e un cucchiaio di fecola sciolta coll’ intinto. Servite con crostoni di pane. In questo modo s’ apparecchiano anche le altre Amanite mangerec ce, cioè il farinaccio A. ovoidea; la tignosa bianca A. solitaria; la t i gnosa vinata A. rubescens ; la bubbolina riga ta A. vaginata. La bubbo- lina, essendo molto fragile, si presta soltanto ad una breve cottura in umido. 2. La Tobbietta bianca (Lepiota naucinaj. — La tobbietta bianca, fungo delicato, biancastro che cresce vèrso l’ autunno nei prati aridi, sul margine dei boschi e dei campi è fra le Lepiote la più delicata, mentre il pelliccione, mazza di tamburo ecc. (Lepiota procera) è la più or dinaria e non si può gustare che quand’è giovine. I gambi delle lepiote sono coriacei e non si mangiano. I cappelli puliti dalle squamine si am- manniscono in umido (vedi uovoli) soli o meglio misti con altri funghi. 3. 1 fungo detto del gelso, famigliole, famiglia buona ecc. (Armil- laria mellea). — Nel genere Armillaria, la mellea è la più conosciuta dal volgo, perchè fungo molto diffuso, sebbene poco saporito. Esso cre sce in grandi cespi sulle ceppaie o al piede dei gelsi, dei salici, delle quercie e di parecchie conifere ecc. Il nome di melleo gli deriva dal suo colore di miele. Ha la forma di chiodo che poi si spiana in un cappel letto guernito di piccole squamine ; il gambo è adorno d’un anello giallo pallido, è coriaceo e non si mangia.
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