LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia

. 0 3 8 •• . •» riempie di Vino la mera «Tun vase di rame , col suo co; erchio, ec. Si dà un pic- cini fuoco continuando il medesimo sino che sia distillata la quarta pane deir umidii e sia un acquaviti assai forte, ma quando si desideri e! e sii ancor più force si fa di nuo- vo distillare col Serpentino, ed allora la flemme, non potendo montar tanto quanto mona lo spirito, cascano sempre al rondo, e si ha in questo modo, uno spirito in tegra- meve separato dalle flemme. Del 'es r o si dee andar cauto nell'uso dì questi liquori ardenti , il che non si sapreb- be troppo raccomandare. I nostri Antichi ci dovrebre o servir cT etempio in questo fatto, l»a maggior parte non si serviva che d' acqua , o .se pigliava del vino eri ben tem- perato con essa : non è dunque meraviglia se erano forti vigorosi, e se vivevano lun- go tempo. Noi a]T incontro abbreviamo i nostii giorni non solamente bevendo molto del vin puro; ma ancora ricerchiamo mezzi per cui si possi cavar Tacqu i , che ri tro- va naturalmente nel vino, con non t~mperr- re il calore del vino , onde accrescendoci la fermentazion del sangue pi Ì dell Ordinario, tendiamo noi stessi alla nostra distruzione. E vero che questi liquori inanimano gì spirili, e fornicano lo stomaco pigliati con cautela , ma in ricompensa quando si passa una certa quantità, non solamente produco- no diverse "incommodité , ma rendono anco- ra le persone audaci, e bestia \ , Li Spiriti infiammabili hanno un sapore mo l t o acre * che non piace à t u a i . Qaàt

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