LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia

30 ri trattenersi fra le sponde della mediocrità^ e-di servirsi di questi per quanto ne richiede il bisogno della macchina ; non si dee però far dieta, poiché questa non conviene se non Ifcgl* amma l a t i, ed à coloro, che anno un stomaco molto debole. la quanto al uso immoderato di questi , egli si manifesta assti con i fastidiosi incon- venienti, eh 1 es-iO cagiona; egli rende le per- sone gravi , distrugge il dissolvente genera crudità , vertigini , ostruzioni, ed è gene- ralmente 13 cagione di tutte le malat t ie, di cui il corpo umano e capace, secoido la di- sposizione delle sue para liquide o solide : non è dunque senza rapione se si dice vol- garmente che l ' intemperanza è la nutrice de m? i i : i . e che la golosità ammazza più uo- mini che la spada . Fra gli alimenti ve ne sono , che debbo- no esser apparecchiati come le carni ; i pe- s"i, e c ; ed altri che si possono mangiar ta- li quali la natura ce li presenta , come i fratit ben ma t u r i , ec. Diogene accusava ne^ suoi tempi gli uomini di pazzia, quando gii vedera pregar i Dei per la conservazione del- la loro sanità ( cosa, dicev 1 egli, ch ' era nel- le loro mani ) e eh 1 usciti da le preghiere andavano à dar l 1 eccesso alle crapule . Ci rci Torà di pigliar gì 1 a l iment i, e de'' p i n i che si hanno da far in un giorno, Tap- peti to e la consuetudine ne debbono far il giudizio: frattanto sì può d i r e , come il più sperimentato, che se ne dee far due ogni gior- no , esaminiamo ora te si dee mangiar più nei tempo di jpranso che della cena ( v e / vi-

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