LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia

4^ te versa. J Ipocrate, Cslso , e Galeno ribaf - tono eoa soHJe ragioni, eh? il Epcg'io è di mangiar più la sera , perch; dicono, ch« la digestione degl'alioie-iri si fa megli) nel tem- po , del sonno ; e che nel! 1 infermilo della cena al pranso si trova il doppio di tempo- di quello del pranso a'ia cena ,* Aitario, A- viceia, e la scuola di Salerno sono d' un sentimento opposto, come si vede per que- sti due versi. Ev magna ceni storrucho sit maxima poeta, Ut sit riìct: levis , sit tibi cena brevi s • E>amhate queste opinioni trovo che, chi i d'un b'ion temperamento, ed integramente sano ne può pigliar egualmente, mentre che si trattenga, come abbiamo detto , tra le sponde detla mediocrità. Mi in quanto a! so. jprappiù è ancor certissimo che è meglio per la sanità, di mangiar più nel tempo di pran- so che della cena, principalmente per le per- sone d^una debole complessione. In quanto alle ragioni di Galeno , ec. ri- spondiamo noi essere vero che la digestione si faccia meglio nel tempo del sonno , poi- ché quando si fa dell' 1 esercizio dopo il pa- sco, subito da qualche ora si svaglii Tappe- tito ; il che ci mmi festa , che si è filtrata novo ferme-ito, e ehe nos rrovmio alimen- ti per agir sopra di loro, agisce sopra della membrana interna del ventricolo .. In oltre se si dorme dopo il pranso , non si à quasi niente di fime alia cena. Dunque se noi si à fame alla cena , quanto più si dorme do ' p© il pranso, si dee conchiudere, ò che il ' dissolvente agisce ancor sopra degT aiir&cwj

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