LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia
6i ventricolo deir A$*elfi serve per condensar i | l a c t e , cioè fu- sepafars la parte buurasi dalla serosa . L" Agnello da Latini, /fo-iaf cut;;* , per- chè l 'altre volte era una orT.-rri, molto pro- pr i al e*ser i nu lUta» ut/ Arus , tantun, et ta jnd tuirtm tux.n prje ceteris aniiu**. tifo; àg*ose*r* C A P I T O L O VI. Del Castrato. i I L A carne , e le altre parri li questo anima- le devono spegnersi che siano di tenera età , jn-zanameme g a i * , tenere, che siano state nutria di buoni alimenti , ed allevate 1.1 un a-ia secca e pura ; In questa maniera con- vengono in tigni tempo , et-ì, e temperamento. Quando P Agnello è 'provenuto a una cena grandezza, si castra, e di poi è chiamato C.« s t rato: Se non si castrasse, sarebbe chiama- ta ariete ò montone . La pecora è la di lui femina . Aristotile dice che questi an imu so- no deboli e nicchi, e disposti ad altrettante Malattie che si trovano gli uomini . In quanto alla carne di Castrato , ella è pi» stimata in Francia, che ne i nostri paesi, perchè è più tenera, senza alcun o i o ' e , g d' un grato sapore . Aristotile ri assicura aver osservalo che la Cipra non viveva pia di dieci anni, e che per f ordinario non arrivava a questo tem- po ; coi tuttociò si può dire ch'essa^ vive Eia ò meno tecoadq il P*Ç*S> & c ^ s » t r 0 *
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