LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia

s t o, è di un sapors più squisito che nel ve»- no, a ragione de 1 frutti che mangia in questa scagline , i quali lo ingrassano c o n s i l a b i l - mente contuttociò alcuni stimano che non si dee usar la carne del Cervo in tempo di sta- t e, perchè ali 1 ora mangia vipere > serpenti che credono velenosi, come se il Cervo n»« ne mangiasse in ogni tempo dell 1 anno. Ma perchè credere che questi animali siano dan- nosi presi inter iormente, poiché vediamo gior- nalmente persone cibarsi di vipere le quali invece d' incommodarle , ne provano buoni effetti è vero che la morsicherà della vipera, e de!^ serpente e per lo più mortale , perchè questi animali lanciano con gran furore in qualche venula ò aaer iola un sugo acido fis- so, che coagula in poco ie:iipo una parte del sangue ,_ il q ua - sangue essendo portato nei polmoni fa ostacolo à se stesso, e ne ìmpe- Bisce la ci rcola- ione; neU 1 istessa maniera che accade s e si spinge in qualche vena un liquo- re ta cui vi s i a un acido fisso , si vede qual- che tempo dopo morir V animale , in cui fu futa questa operazione. In tanto non dee se- ga r ne lo stesso se Ù piglia l ' aceto per bocca, perçue in questa occasione si mescola con al- tri a l iment i, i quali intrigano considerabil- mente le loro punte,* si che non si trova più disposto a condensai lo come p r ima. Aggiungiamo a questo che vi sono mol ti WWuU che ratngiano delle piante velenose, e dei più foni purganti senza che noi, ciban- doci de 1 me i emn i , restiamo avvelenat i, ne purgat i: per esempio, lo stornello mangia la cicuta eh* è un. veleno, la quaglia T eUwDOr

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