LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia
ro ec. Dunque si dee conchiudere che , co- me i purganti ed i veleni non sono tali se non perchè le loro pani insensibili htnno una certa figura , e un certo ordinamento, eh" essi non saranno più ne purgant i, ne \ e- leni subito che avranno persa la sua figura ed il sno ordinamento . Plinio racconta aver conosciuto Dame che pìornalmente si cibavano della carne del Cervo per preservarsi dalla febre, e questo forse perchè credevano che questo ani- male non fosse mai travagliato da_ questa ma l a t t i a. Altri pretendono che mangiando di ques r e carni si viva lungamente , perche que- sto animale vive alcuni secoli : ma queste false immaginazioni anno così poco fondamen- to che si distruggono da se stesse . Le corna del" Cervo recent i, e t e n e r e i l e, servono assai; fra gl ' al imenti ; di questi se ne potrebbe fir la gelatina di corno di «Cer- vo,* ma è più in uso la raschiatura de vec- chi che si fa bollire in una quantica sufficiente <T acqua sin 1 che il liquore abbia acquistato una consistenza di ge l a t i l a: dopo q :esto « feltra, pre ìiendo fortemente la fecciola * di poi si batte un bianco di ovo con dei vino bianco e del sago di citrone , ;i m -scola anear un poco di zucchero , e di camel li ; si fi bollir il tutto leggermente, dopo per eh' itirla si fel tri di nuovo, e si lascia in riposo. Questa gelatina è molto nutritiva ,_ pro- pria a ristorar gii con vanescenti, à fortificare lo stomaco a resistere alla malignità deg;i u n o r i , giova ancor Mòtto nelle diarree nel vomi .»* l'elio sputo di sangue , e fka intente
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