LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia

egli non saprebbe operar senza communìcar del moto alla sostanza, e che avendo parti non saprebbe applicarsi immediatamente ad *na sostanza che \ non ha p a r t i l e cernasi* ino che né meno il corpo ne può esser la cagione . Dunque è un esser inrialto che ca- giona in me il sentimento : Ma perchè quan- do che m'avvicino a qualche corpo, od i e- g!i fa impressione sopra degli miei organi , subito ha qualche sentimento, ne segue an- v cora che Dio è la vera cagione, di tutte le sensazioni, e che gli corpi altro non sono che la causa occasionale. Ad ogni modo co- me mi son avvezzato a riportar il senti- mento nelle pani in cui si fi V impressio- ne , che per altro la riporto verso la re- rione dello stomaco, e che-finalmente altro non si trova m questa parte che un certo liquore nel fondo dello stomaco, che porta Ï1 nome di fermento , si dee conchiucere, che il sentimento di fame e cagionato per r imprfasione $ o sia irritazione i a t t a p er mezzo de 1 «ali, che si trovano nel medesi- mo dissolvente sopra della membrana in- terna del ventricolo , non per alt™ se non per avvertir 1' anima della necessità in cui il corno si trova d 1 alimenti . Ma per^e questo mestruo si filtra a poco a poco ; ed accresce di più in più, la di lui quantità, fa « mest ier i, ch'accrescendo fimrressio. --> cKe la fame diventerà incomportabile, ; e non si prendessero «li alimenti. Pigliati dunque gli alimenti non è maraviglia se irn sento s era vr to da questo sentimento , poi- ché in afflandoli di questo dissolvere , 1 in*

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