LEMERY - TRATTATO DEGLI ALIMENTI - 1818 copia
rtgna ? mi noi può così ben articolare, co s me fîiil Pippagillo che impara ad imitar la fwelia umilia , perchì non ha gli organi co- sì ben disposti, cioè la lingua cosi larga ec. quando si tiene rinchiuso in una gabbia , e che si desidera, ch'abbia una voce chia- ra e grat i , se gli d i h 1 mangiare della carne. Abbenchi i medi abbiano con li tordi as- sai somiglianza in molte cose ; tuttavia que- sti non sono ne così grat i, e deliziosi , nc così tacili alla digestione. Ad ogni modo possono ascriversi nel nu- mero deg i alimenti, che generano un buojj chilo. C A P I T O L O XXVIII. Dei Gradili ò Beca fichi. VUe s t i deono esser giovinetti , grassi, ed eleggersi nel tempo, che li fichi, e l ' uve sono ben mature; in questo modo nutrisco- no molto, provocano l ' appet i to, sono le- gieri allo stomaco, convengono alli conva- lescenti, e producono ug buon chilo. Questi convengono in ogni temperamen- to e stagione. Questi sono chiamati da la- tini Jìcedula d, avis cyprU , perchè altre vol- te portavano in quantità confetti dall'Isola di Cipro. Li Becafichi abbitano volentieri ne' luo- phi in cui vi sono molti fichi , ed uve , come nella Provenza e nel l ' I tal ia, le sue piume cambiano di colore neli'A irunno; ed allora è d'un sapore esq insito. Pisanelia ri- ferisce, ch'essi non rcndona mai grave 1«
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