LEONARDI - L'apicio moderno - Tomo I - 1790 copia
X I II di uno de' suoi Cuochi in un p r anz o, che dette alla Regina Cleopatra , gli fece regalo di una Città in ricompensa del suo buon servizio . O l - tre le magnificenze di Lu c u l l o, sono anche note le profusioni di Ne r o n e, e Ca l l i go la ; le cene di Tiber io ne l l' Isola di Capri ; le stravaganze di Vi t e i l io , che per la sua tavola composta di quattro pasti il giorno spendeva quaranta mi la scudi ; quelle di suo Fratel lo , che dette a quest' Imperatore un trattamento cosi grandio- so , ove oltre sett e mi la piatti squisiti , v'erano anche due mi la sorte di Pesci tutti rari ; onde Vi t e i l io nel rendergli questo pranzo che fù del pari solenne , gli fec e por d' avanti un Pastic- c io di Lingue di Fagiani , di Ce r ve l li di Pavo- n i, e di Fegati di Uccel li sconosciuti fatti veni- re per mare espressamente dai confini delle Spa- gne , che si crede importasse venticinque mi la scudi , e questo Pasticcio fù chiamato per la sua grandezza lo Scudo di M i n e r v a, Sarebbe un di lungarmi a l l' infinito , se vo* lessi annoverare tutto ciò , che g li antichi Roma- ni hanno speso , e profuso in questo gener e i non è però meno singolare il celebre pranzo del l ' Imperatore G e t a, che durò per lo spazio di tre g i o r n i, ne* quali si contarono per ordine a l- fabetico un numero infinito di piatti tutti d i- versi . Ma le sensualità di Ap i c io , il quale alla—» perfine non era che un semplice particolare , so- no ancora più sorprendenti . G^uesti era uno de' tré famosi Romani di simil nome, che han- no vissuto , il pr imo qualche tempo avanti la
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