MOSTRA VIA LONGOBARDA CON COPERTINA

130 VIA LONGOBARDA TRA VAL PARMA E VAL BAGANZA I FIESCI E I PALLAVICINO Da Marzolara a Ravarano La presenza dei Fieschi in Val Baganza (Calestano, Alpicella, Vigolone e Marzolara) è indubbiamente dovuta alle vicende che videro opporsi Parma all'imperatore Federico II. Sinibaldo Fieschi, che a Parma era stato studente e canonico della cattedrale, aveva avuto modo di fare sposare alcune sue congiunte con esponenti della nobiltà parmigiana: nel 1243 venne eletto papa col nome di Innocenzo IV e di colpo la città mutò schieramento passando dal partito imperiale a quello papale e scatenando la reazione e l'assedio da parte di Federico II. Il sostegno dei Fieschi alla città in quelle note vicende, con la sconfitta dell'imperatore e del partito ghibellino, portò all'assegnazione alla famiglia ligure della media Val Baganza dalla metà del Duecento al Cinquecento. Immediatamente a monte dei castelli “guelfi” è curioso notare la presenza di Ravarano, feudo e castello dei marchesi Pallavicino, a partire dal padre di Oberto Pallavicino, legato imperiale in Lombardia di Federico II e irriducibile ghibellino. Ravarano restò a lungo dei Pallavicino del ramo poi detto di Ravarano fino alla fine del Seicento. L'alta val Baganza è estremamente vicina alla via Francigena e a Berceto ed infatti nel Medioevo dalla pieve di Berceto dipendevano le chiese di Casaselvatica, Fugazzolo e Piolo. I ponti cinquecenteschi di Fugazzolo e di “Ponte Romano” ricordano ancora l'importanza del collegamento trasversale tra i feudi rossiani di Berceto e Corniglio. L'archeologia della Val Baganza, dopo l'elmo celtoligure di Casaselvatica, ha visto alla Sella del Valoria (1224 metri) lo scavo di un importante santuario di passo, attivo in età romana repubblicana e di nuovo in età tardoantica. Il transito era ancora intensissimo nei primi decenni di età longobarda come attesta il rinvenimento di uno sperone perduto lungo questa percorrenza. Per quasi un secolo i passi parmensi orientali, con quelli reggiani, rimasero gli unici a consentire il transito tra la Langobardia settentrionale e la Toscana con i ducati di Spoleto e Benevento. La tradizione che vuole in altissima Val Baganza (in località Tabertasco) un antico monastero longobardo, anteriore alla fondazione del monastero di Berceto da parte di re Liutprando, è ancora ammantata di mistero e non è confermata da adeguate ricerche archeologiche. Certo è che una pergamena di IX secolo vede sulla dorsale tra Baganza e Parma beni terrieri “di San Benedetto” che effettivamente indizia la presenza e l'inte resse di un antico monastero per i prati e pascoli della parte più alta di questa splendida valle. 8.3

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