MOSTRA VIA LONGOBARDA CON COPERTINA

160 VIA LONGOBARDA TRA VAL PARMA E VAL BAGANZA ECONOMIA DI MONTAGNA _____________________________ LA CIVILTÀ RURALE NELL’ALTA VAL PARMA La cultura longobarda del bosco e degli allevamenti bradi I Longobardi valicarono il crinale appenninico nei primi anni della conquista, ma secondo una rara e preziosa testimonianza vi si stabilirono già durante il regno di Rotari (tra il 585 e il 590). Il controllo dei passi ed il contrasto con la Liguria, a lungo rimasta in mano bizantina, non furono certo di ostacolo per lo svolgersi delle loro attività economiche, notoriamente legate al bosco e all'allevamento brado degli animali (dai cavalli ai suini, dai caprovini ai bovini). Si potenziarono in età longobarda e nell'alto medioevo le attività tipiche di questi territori già da età preromana e romana. Oltre all'allevamento dei suini e alla salagione delle carni, va infatti sottolineato che “innumerevoli sono le greggi della gallica Parma” e che la sua lana, co n quella di Modena, era la più apprezzata per qualità del mondo romano. I pascoli dell'Appennino parmense e piacentino erano frequentati ancora in età imperiale dai Lucchesi che gestivano il territorio degli indomiti Liguri deportati in Italia meridionale: Garfagnana e media-alta Lunigiana erano amministrativamente dipendenti da Lucca durante l'impero di Traiano, come ci attesta la Tavola di Veleia. I pascoli montani del Parmense erano ancora deputati all'allevamento ovino ed equino a partire almeno dal XII-XIII secolo (allevatori lucchesi a Berceto, Valli dei Cavalieri in Val Cedra e Alta Val d'Enza). Lunghi tratti dei confini nel VII secolo nell'Appennino parmense e piacentino erano definiti dai porcarii , i maestri dell'allevamento brado che godevano di particolare considerazione e rilevanza nella società longobarda. I monasteri di età longobarda e carolingia misuravano in questi territori i boschi di querce non per estensione ma sulla base delle migliaia di suini che potevano essere nutriti dalle loro ghiande. A partire dalla sua fondazione (980 circa) e nei secoli successivi il monastero di San Giovanni di Parma ottenne i pascoli tra Casarola e San Matteo del Caio, sulla dorsale compresa tra le corti vescovili di Corniglio e Monchio. È possibile che qui l'allevamento dei bovini al pascolo abbia favorito la disponibilità di grandi quantità di latte da parte dei monasteri, disponibilità che come è noto è alla base dell'invenzione del formaggio a grana dura (il Parmigiano-Reggiano), facile da conservare, trasportare e commercializzare. Formaggi rinomati, di tipo non noto, erano già citati in età romana per la Lunigiana. E sempre ad età romana dobbiamo la coltivazione intensiva di una pianta locale: il castagno. Una cultura e una tradizione millenaria che non si può riassumere in poche righe ma che è identità 10.1

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=