MAESTRELLI - Il vitto del soldato - 1886 copia
— 230 — di un dato vino. In una capsula ben pulita, di platino, di cui sia noto esattamente il peso (come quella esistente nella cassetta regolamentare sopra indicata) si pongono 25 cc. di vino da analizzare e se ne evapora il liquido a bagno-maria o nella stufa (flg. 27 a pag. 102) a + 100° G, lino a che il residuo che lascia il vino non abbia assunto consistenza estrattiva. A questo punto, si prosegue ancora l’evaporazione per 3 o 4 ore, indi si prende la capsula e si introduce a raffreddare sotto una campana di vetro, al disopra di un recipiente che contenga dell’ acido solforico concentrato, avi dissimo dell’umidità, nella guisa rappresentata dalla flg. 41. Ciò varrà a com pletare l’essiccazione del l’estratto. Compiuto il raf freddamento della capsula, si tornerà a pesare ed è presto capito che l’aumen to del suo peso rappresen terà la sostanza estrattiva Pia lasciata dai 25 cc. di vino postivi ad essiccare. Vo- Fig. 4 i. Essiccatore ad acido solforico, lendo da questa dedurre la quantità che ne avrebbe lasciato un litro del vino in esame, basterà moltiplicarla per 40, essendo appunto 25 cc. la quarantesima parte di un litro. b) Aggiunzione di alcool di qualità inferiore. Allo scopo di rilevare il titolo alcoolico del vino scadente, o di medicarne qualcuna delle malattie già ricordate al § 71, si usa spesso dai commercianti di aggiungervi dell’alcool ; e per conseguire l’intento con il maggior profitto possibile, essi sogliono adoprare per ciò alcool di basso valore, de rivante o dalle barbebietole o dalle graminacee o dalla fecola, sempre più o meno contaminato dal nocivissimo e
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