MAESTRELLI - Il vitto del soldato - 1886 copia
— 257 — tari cerchiamo appunto di impedire che vi si determinili o le fermentazioni, principio e causa di ogni loro alterazione, sarà facile comprendere, come qualunque processo di con servazione di quelle sostanze debba esser basato su qual cuno dei seguenti principii: 1° Esporre le sostanze ad una temperatura inferiore' o superiore a quella favorevole allo sviluppo dei germi. 2° Togliere alle sostanze che si vogliono conservare, la loro acqua, mediante l’ essiccazione o qualche corpo igroscopico. 3° Escludere l’aria mediante il vuoto, o sostituirla con altri corpi inerti ed incapaci di cedere ossigeno ; 4° Impiegare li antisettici capaci di paralizzare o di struggere l’azione dei fermenti. 5° Usare procedimenti che obbediscano ad un tempo a varii dei principii suesposti. Or bene, i processi di conservazione delle carni finora conosciuti sono basati appunto su queste leggi, e per co modità di studio possono distinguersi in due gruppi : 1° In quei processi che pongono le carni fermente- scibili in condizioni da non potervisi sviluppare i fer menti : 2° In quei processi che procurano la distruzione dei fermenti nelle carni ed il successivo isolamento delle me desime, perchè non abbiano ad essere invase da nuovi germi. A) Ai processi del primo gruppo appartengono: 1° La conservazione della carne nel freddo, o più precisamente ad una temperatura al di sotto di -J- 10° 0 (fra + 5° e -f- 9° C). È questo un sistema costoso e poco pratico per usi militari. Malgrado ciò nell’armata au striaca, per esempio, per brevi conservazioni delle carni macellate che devono seguire le truppe in marcia, si usa talora il sistema Michselis, che consiste appunto nell’otte nere il raffreddamento della carne, fatta in grandi pezzi, col cospergerla di sale (gr. 15 per kilogrammo) ed avvol gerla in panni grossi inumiditi e paglia, avendo la cura 17
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=