MAESTRELLI - Il vitto del soldato - 1886 copia

di ripetere l’ inumidimento ogniqualvolta se ne presenti l’opportunità. È un mezzo abbastanza semplice che dà, a testimonianza del Kirchner, assai buoni risultati, quando però il periodo di conservazione sia assai breve (48 ore al più nella stagione calda). 2° La essiccazione delle carni, processo diffuso nei paesi caldi e specialmente nell’America del Sud, in Affrica, in Arabia, nell’America del Nord, col quale si ha per scopo di disidratare là carne e toglierle così una delle condizioni favorevoli alle fermentazioni. Talora per rag­ giunger meglio l’intento, e portare la disidratazione della carne fino alla riduzione della metà del suo volume, si aggiunge la compressione. I processi Henly, Yerdeil, ecc. sono basati su questo principio. Però la carne conservata mediante l ’essiccazione resta dura, poco gustosa, poco digestibile ed assai spoglia di prin- cipii nutritivi. È un sistema di conservazione troppo pri­ mitivo, per potersi adottare per la conservazione della carne ad uso degli eserciti. Malgrado questo, detto così in tesi generale, a riguardo della carne essiccata occorre fare un’ eccezione in favore della polvere di carne. Ricordata anche da qualche scrit­ tore greco e latino come alimento di guerra adottato dagli antichi soldati greci e romani, la polvere di carne si vor­ rebbe destinata a riprendere una gran parte nella costitu­ zione dei viveri di riserva per gli eserciti in un prossimo avvenire, inquantochè radunerebbe, meglio di ogni altro alimento conservato, le prerogative più importanti che debbono avere le conserve alimentari da adibirsi ud uso militare, e che sono : 1° Valore nutritivo elevato relativamente al piccolo peso ed al limitato volume. 2° Facile suddivisione e suscettibilità di rapida pre­ parazione. 3° Lunga conservabilità. 4° Buon mercato. La polvere di carne adunando in sé tutte queste virtù, — 258 —

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