MAESTRELLI - Il vitto del soldato - 1886 copia
— 208 — Le scatole così ripiene di carne, pressatavi con apposito pistone di legno, passano al pesatore il quale verifica se contengono realmente i 185 grammi prescritti di carne pura, mezzo-cotta e ben raffreddata. 9° Le scatolette per tal modo riempite e riconosciute di giusto peso, sono chiuse mediante la saldatura del co perchio il quale però porta un piccolo foro praticato a linguetta. 10° Dopo ciò le scatole vengono passate nella sala della gelatina. Il brodo ottenuto dalla cottura della carne e la gelatina ricavata per la cottura della testa, piedi, ossa, ecc., come fu detto al N° 7, sono gettati in un vaso di ferro, posto a circa 5 metri dal pavimento della sala e mantenuto caldo, mediante il vapore, per impedire il coagulamento della gelatina. Da quel vaso parte un tubo che, arrivato alla sala della gelatina, si dispone orizzontalmente all’altezza di circa due metri da un gran piano orizzontale di marmo. Da quel tubo discendono varj tubi di gomma, terminati all’estremo libero da un apparecchio metallico finito a cono acuminato e cavo, il quale, mediante una mella di apertura e chiusura, può permettere o no il fluire della gelatina. Questi tubi servono, come ben può capirsi, alla iniezione di questa sostanza nelle scatolette già disposte sul piano di marmo ; iniezione che si fa attraverso il foro cho hanno pervio ancora nel coperchio ultimo saldato. Quando gli operai incaricati di questa operazione avver tono il rigurgito della gelatina dalla scatola, ne ritirano F iniettore ed abbassano la linguetta che otturerà il foro attraverso il quale fu fatta entrare la gelatina. Per com pletare la occlusione ermetica, intervengono allora i sal datori che sopra il foro, già otturato dalla linguetta ab bassata, fanno cadere una goccetta di stagno. 11° Così la scatola parrebbe fatta, ma ne viene invece l’operazione più importante, la così detta prova degli au toclavi, che deciderà della sua bontà, completando la ste
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