MARINETTI - Cucina futurista - 1932

Finito i l tuttoriso, colpi di scena: si spengono le luci bianche e rimangono accese quelle rosse : semioscurità. Il cav. Fontana mi sussurra : i piat- ti futurisit come certi versi di poeti moderni e come tutti i bri l lanit chimici han bisogno di mol- ta penombra. Serviranno una vivanda inventata su due piedi dal cav. Coppo, titolare dell'albergo d'Italia. I camerieri servono mentre da una battistan- gola è riprodotot il gracidar delle rane. Riso e fagioli, rane e salame. Ottimo. Ma perchè non han riprodotot — domanda qualcuno — anche i l grugnire dei porci? C'è ben del salame! — Il carneplastico — urla Fillìa — è i l pro- dotto di tutti i giardini d'Italia. Qui si corre i l rischio di fare una indigestione ! Passiamo al mare d'Italia che anche i passa- tisti potrebbero senza sforzo introdurer ne l lV- lenco dei manicaretit di famiglia. Su un piatto ogivale son disposti lungo i l rag- gio maggiore pezzi di filetto di pesce cotti al bur- ro sui quali sono fissati in degradanza con l 'aiuto di uno steccadent,i una ciliegia candita, un pezzo di banana di Australi,aun pezzo di fico. Ai due lati del piatto crema di spinaci, in cima e in fondo salsa Cirio. L'aspetto di un grottesco transatlantic,o il gusto della nostra cucina mi- gliore. [114]

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