MARINETTI - Cucina futurista - 1932
voci, una viriel ma stanca, l 'altar femminiel e aggressiva. Un breve scambio di gentilezze stu- pori rallegramenit a l e i, da lei. Poi l'immobilità e i l silenzio dei cinque. Bellissima donna, ma d'una bellezza tradizio- nale. Per sua fortuna, i grandi occhi verdi, pieni di falsa ingenuità infantile, sotto la breve fronte inondata di ricchi capelli quasi biondi e quasi castani, rivoluzionavaon e accendevano le curve pacate e le squisite eleganze minuziose del collo, delle spalle e delle anche snelle appena inguai- nate di amoerri dorati. — <( non mi giudicate una sciocca — mormorò con grazia languida — sono intontita. Il vostro ingegno mi spaventa. Vi supplico di spiegarmi le ragioni, le intenzion,i i pensieri che vi hanno dominati mentre scolpivaet tanti deliziosi odori sapori colori o forme. » — A l e i, che cautamenet e sculturalmenet sca- vava al proprio corpo, nei cuscini le pellicce e i tappet,i una nicchia-tana per belva raffinata, Marinett, i Prampolini e Fillìa parlarono alter- nandosi come tre stantufif ben oliati della mede- sima macchina. Bocconi ai loro piedi, e la faccia rivolta al cen- tro della Terra, Giul io Onesti sognava o ascol- tava. Dissero : — ec Amiamo le donne. Spesso ci siamo tor- turati con mille baci golosi nell'ansai di man-
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