MARINETTI - Cucina futurista - 1932

sciando i l bel palmeto zuccherino, come una t i- gre allungata, morse e mangiò un soave piedino pattinatore di nuvole. Al le tre di quella notte, con un tremendo tor- cersi di reni, addentò i l folto cuore dei cuori del piacere. Scultori e scultrice dormivano. Al l ' alba mangiò le sfere mammellaird'ogni latte materno. Quando la sua lingua sfiorò le lunghe ciglia che difendevano i grandi gioielil dello sguardo, le nuvole addensatesi velocemente sul Lago parto- rirono un precipitante fulmine arancione a lun- ghe gambe verdi che schiantò i l canneto a pochi metri dalla sala d'armi. Seguì la pioggia delle lagrime vane. Senza fine. S'intensificaav così i l sonno degli scultori e della scultrice di vita. Forse per rinfrescars,i a capo scoperto, Giuloi uscì allora nel parco tutto invaso dalle sussul- tanti tubature dei rumori del tuono. Era insieme sgombro, liberato, vuoto e colmo. Godente e go- duto. Possessore e posseduto. Unico e totale. [20]

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