MARINETTI - Cucina futurista - 1932
è un'immagine offensiva: buffa, deforme, brut- ta. Vorrebbe insegnare la vanità di quel nostro appetito, insieme alla sua irruenza bestiale. In fondo, la pasta asciutta non nutre. Riempie : non risangua. La sua sostanza è minima in confronto al suo volume. Ma è appunto, vorrebbero dire le allegorei maligne, un vero cibo italiano. La nostra pasta asciutta è come la nostra retorica, che basta solo a riempirci la bocca. Il suo gusto sta tutto in quell'assalot a mascelel protese, in quel voluttuoso impippiarsen,e in quell'aderenaz totale della pasta al palato e alle viscere, in quel sentirsi tutt'uno con l e i, appallottolait e ri fus.i Ma è un gusto porcino. Ma è un gaudio da poco. Inghiottiit che siano, gli spaghetti infestano e pe- sano. E ci sentiamo, subito, impiombait come monete false. Qualche cosa ci trattiene, giù, come un ceppo. Non abbiamo più nè la sillaba facile nè l'immagine pronta. I pensieri sfilano l 'uno dentro l 'altro, si confondono, s'imbrogliano co- me i vermicelil assorbit.i Le parole s'appallo-t tolano allo stesso modo. Il poco sugo che portano alle labbra è del sugo di pomodoro. Guai ad aver vicino, in quel momento, un interlocutoer o una amante. Il madrigael è insulso, i l frizzo è cre- tino, l'argomentazioen è impossibile, interrotta com'è dai sussulti delle budella. Si sa che i pec- cati di gola sono i più rapidamenet puniit dal Signore Iddio. Quello della pasta asciutta viene espiato all'istant.eÈ la pancia che si gonfia a spe- [43]
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