MARINETTI - Cucina futurista - 1932
fina colla beatitudine, essa è i l succulento ve- leno che rovina i l fegato per la più grande gioia dello stomaco. Noi non siamo di coloro che la disprezzano, e anche l 'amiamo.. ma ne diffidia- mo sopratutto se preparata alla maniera della cu- cina romana, cioè cruda. Perchè la sua digestione è una ruminazione insidiosa, lenta, invitante alla molle fantasticheria, ai vuoti sogni, alla r inun- cia scettica, al ritmo untuoso conciliante dei tar- digrad.i La si innaffia sopratutto di Salerno o di Fra- scati per comprendere la lentezza del popolino e dei prelati romani o napoletan,i che sono anche l'origine di quel sentimentalismo languido, di quella ironia serena, di quella indifferenza ama- bi le, di quella saggezza trascendental,e per cui Roma eterna, da Orazio a Panzin,i sfida la lun- ghezza dei tempi. ce Si tratta oggi di rifare l'uomo italiano, poi- ché a che serve di fargil levare i l braccio nel sa- luto romano, se può riposarlo senza sforzo sul suo grosso ventre? L'uomo moderno deve avere il ventre piatto, sotto i l sole, per avere dei pen- sieri chiar,i una pronta decisione, e un'azione energica: guardate i l negro, guardate l'arabo. Il paradosso gastronomioc di Marinetit mira all 'e- ducazione morale, come i suoi paradossi all 'edu- cazione estetica : bisogna scuotere la materia per risvegliare lo spirito. ce Un anno fa dicevamo che Marinetitcastigava [65]
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