MARINETTI - Cucina futurista - 1932

deva in fondo al parco, alternato di pini om- brellifeir offerti al Paradiso e di cipressi dia- bolicamente infusi nell'inchiostor del l' Inferno, una vera Reggia, più che una vi l la. Sulla soglia, allo sportello dell'automobil,e i l viso emaciato e la troppo bianca mano tesa di Giulio Onesti. Questo pseudonimo, che masche- rava i l suo vero nome, i l suo intervento batta- gliero e creativo nelle serate futuriste di venti anni prima, la sua vita di scienza e di ricchezze accumulate al Capo di Buona Speranza, la sua subitanea fuga dai centri abitat,i riempirono la conversazione parolibera che precedette i l pran- zo nel policromo Quisibeve della vi l la. A tavola, nella stanza tappezzata di rosso r i - morso vellutato, che beveva per l'ampie finestre una mezza luna nascente ma già immersa nella morte delle acque, Giuloi mormorò : — ce Intuisco nei vostri palati la noia di una antichissima abitudine e la convinzione che un simile modo di nutriris prepara al suicidio. V i a, mi confesso brutalmenet a voi e alla vostra pro- vata amicizai : da tre giorni l ' idea del suicidio occupa tutta la vi lal ed anche i l parco. D'altar parte non ho ancora avuto la forza di varcarne la soglia. Cosa mi consigliate? » — Lungo silenzio. — ec volete sapere i l perchè? Ve lo dico: L e i, tu la conosci, Marinett! iLei si è uccisa tre giorni fa a New York. Certamente mi chiama. Ora, per [10]

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