MASSIEU - Caffeum carmen - 1740

11 Provvidamente i l picciolo granaio. Come i l Villano affai per tempo memore Del l 'avvenir, e non ignaro aduna De' fuoi campi le biade, e dentro i l tetto Le ripone, al vegnent e anno volgendo Il fagac e penfiër. Nè tu frattanto Obbliar devi i neceffar j arredi. A forbire i l licor i vafi adatti Non ti manchino, e v'abbia una pignatta D'angufto col lo, i l cui ventre in un tondo Infeniibil bislungo fi dilati Sotto i l picciol coperchio. Allor ch'avrai Sì fatti arnefi , tua gran cura fia Abbruftolirne, e macinarne i grani. Nè i l peftello giammai da' fpeffi colpi Ceff i, che vinta ogni durezza, e affatto Pef t i, fian fotti! polve, cui tu chiudi Tofto in picciolo facco, o dentro i l boffolo Fatto a tal' uopo, e con i l cuoio avvolgilo, Indi con molle cera ungilo intorno, E i feffi angultì, e i bucolini occulti Turane

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