MASSIEU - Caffeum carmen - 1740
Ud ì , che favellando, oltre i l coftume, Le Capre per 1' o v i l, ebbre d'infolita Galloria trapalar la notte inlònne. Stupinne, e tofto un van timor Paffahe, Che d' invido Vicino , o d'incantefimo Opra ciò foffe, oppur di magic' arte, Jndi non lungi in folitaria valle La facra augufta fede avea ripofta Di Monaci divoti una famiglia. Ai Ciel cantar le laudi era lor cura , E offrir fu l'are i meritati doni. Ma fe bene di notte i l rauco bronzo Col grav e fuon nel Tempio ai facri ufficj Gli chiamaffe talor, però fovente , Giacenti in letto grul l i, ed obbliofi Di iòrgere ai notturni ufati preghi G li forprendea la frettolofà aurora. Sì forte in effi era l'amor del fonno. Era del facro Chioftro arbitro allora Un Vecchio annoiò, per i l bianco crine Venerando, e pel folto onor del mento, Da
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