MASSIEU - Caffeum carmen - 1740

29 Da cui volenterofo ognun pendea. Sollecito i l Paltore a lui Ten vo l a , II tutto narra, e la fu' aita implora. Rife i l Vecchio fra fe : pur volle ir feco A fpiare di ciò la caufa afcofa. Giunto al col le, ofTervò, che con le madri I teneri agnelletti ivan rodendo Le coccole d'ignoto arbuftoj e torto La cagione , fclamò, del mal fi è quefta. Tacque, ciò detto-, e i lunghi frutti, e tondi Dal i' arbor co l t i, alla magion ritorna. Qui l i pefta, e coli' acqua una bevanda Al foco ne prepara, indi gran tazza Ardito ne tracanna. Ed ecco un fubifo Calor egli fi fente ir per le vene , E per le membra un vigor novo infolito , Riflorator della fcemata forza. Del ritrovato frutto allor s' allegra II buon Vecchio , e ne gode ; i fuoi Fratelli Ne chiama a parte , e lor comune i l rende, Effi in votar gran nappi a gara godono Di

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