ODESCALCHI - IL CUOCO SENZA PRETESE - 1834 copia

I 12 fece finalmente cadere sotto il fucile morta una di queste bestiole. Immaginatevi il tri- pudio nel vedermi signore di si bella preda! Che più? fattala tosto indossare al mio com- pagno me ne ritornai glorioso all' alpestre mio tugurio; e siccome nuovo cibo appresta- vano la mensa, che totalmente era a me sco- nosciuto fino allora, diedimi tosto di cervello del come apparecchiarmela nel modo che quei d' intorni poteanmi somministrare per cuci- narla. Infatti per il primo mi servi di frit- to il fegato cotto con buon butiro e funghi bianchi cos'i detti lupini, di cui abbondavano que' luoghi. Feci lessare il cuore ( cuocere a lesso ) colla coratella, poi fettati questi pure, con poca salvia, e quattro cipollette che me- co aveva tagliate a quarti mi servirono per potagi. Mangiai bollita una punta di petto che fece un brodo eccellente. Tolsi il lungo della schiena, e messo in infusione nell'aceto che meco pure aveva in certa dose per cor- rompere l 'acqua cruda che talvolta mi toc- cava bere in mancanza di vino , e lasciatolo fino al dì vegnente lo cucinai per arrosto fa- cendolo girare al fuoco sii di uno spiedo di legno, ed umettato con butiro di quando in quando: operazione eseguita dal miobuon com- pagno montanaro. 1 quarti finalmente del da- vanti e le cosce vennero dopo alcuni giorni di infusione cucinati anch'essi in istull'ato in una pignatta con timo ed altre erbe odorose del luogo che non sapvei identificare , ma che certo li fecero riuscire d'ottimo gusto. Fino

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=