ODESCALCHI - IL CUOCO SENZA PRETESE - 1834 copia

non solo ne fece degli elogi, ma ne venni più volte ricercato perchè né allestissi per qualche amico in occasione di invito. Orsù , statemi at tent i, che lo sminuzzerò a segno , che se non la prima volta , la seconda per 'certo vi riescirete. Pelate che avrete le mandorle dolci ed amare, le metterete nel inortaro tagliate però prima col coltello, e pisterete a segno di ri- durle in pasta, avvertendo di aggiungervi di quando in quando un cucchiajo d' acqua, perchè non facciano olio. Ciò fatto si faccino passare per setaccio piuttosto raro con caz- zuletto ; e vi si aggiunga dopo lo zucchero. Poi a fuoco non tioppo gagliardo dimenando con cazzuletto si incorpori a segno, che toc- cando la pasta con un pezzo di carta non vi si attacchi. Levato allora il composto si ripassi al mor- taro, e si pesti bene di nuovo però senz'acqua; poi fattone un rotolo sulla tavola spolverizzata di zucchero in pane la lascerete posare per un giorno o più se vi piace, resistendo que- sta pasta una settimana e più massime nella fredda stagione, basta solo che in maneg- giarla in seguito si bagnino d' acqua le dita. Yolendovene servire per funghetti, non avrete che a tagliarla in piccoli pezzi, e for- marne la figura dei cos'i detti cappelletti in- trecciati ponendoli ed adattandoli nella tor- tiera asciutta. Se vorrete poi formare dei cestini, eccovene la descrizione. Si prende la pasta , e sopra la tavola si impasta a pezzi alla volta, bagnando le dita i o

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