PARMENTIER - Il re dei re dei cuochi - 1897 copia

- r i ­ dotta della propria macchina, deve invariabilmente essere sufficientemente aperto allora regolamentare. Gli aperitivi non divengono più, in questo caso, che un impedimento ed una ridondanza viziosa. Non di­ menticate, sopratutto, la risposta che il brioso dottor Trousseau diede ad un amico che gli offriva un bic­ chiere di assenzio : < Mercij je n’ouvre jamais mon appetit avec de fausses clés. » (Grazie, io non apro mai il mio appetito con, false chiavi). G li A.nt ip a s ti . Sono truppe leggiere incaricate di tenersi alla testa e ai fianchi dei grossi battaglioni dei rilievi e dei piatti di mezzo allo scopo di preparar loro la via. Ve ne sono di caldi e di freddi: i freddi sono più specialmente serviti al déjeun'erj i caldi sono riservati pel pranzo. I nostri padri, ai quali la vita aU’aria aperta e la loro estrema riserva nell’applicare la chimica all’alimentazione avevano creato dei robusti stomachi e potenti sughi gastrici, classificavano fra gli anti­ pasti le pietanze calde e fredde di uova, pesce, pol­ lame e le preparazioni porcina; ciò che basterebbe, ai giorni nostri, a costituire i tre servizi d’un pasto confortabile. Era forse una esagerazione: in ogni caso, stante la debolezza dei nostri organi, noi siamo oggi più sobri di questa qualificazione che non deve ap­ plicarsi logicamente che ad elementi leggieri e sti­ molanti. Una grave quistione,messa in controversia, è quella relativa al servizio degli antipasti. Mi è capitato di pranzare in certe case, tenute ottimamente, e nelle '

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