PARMENTIER - Il re dei re dei cuochi - 1897 copia
quali gli antipasti venivano serviti tutti in una volta, subito dopo la zuppa. Poi era cosa finita; non si aveva neppure la facoltà di tornarci sopra nel primo servizio; i domestici li portavano via. Secondo me, questo modo di procedere^ un errore. Primieramente gli antipasti, il loro nome lo indica, sono una specie di pietanze a parte,all’infuori della minuta del pranzo; e si debbono perciò lasciare a disposizione dei con vitati, almeno fin dopo l’arrosto. Supponete, infatti, che vi si offra, al primo servizio, della pollastra alla tolosana, e che, desiderando voi di regolare le vostre forze, rifiutiate di accettarne; che cosa farete voi mentre gli altri convitati la staranno mangiando? Vi divertirete forse a pulirvi i denti od a fare delle molliche di pane, come fa uno scolaro che mira a colpire un oggetto qualsiasi? No, non è vero? Voi siete troppo intelligente per far questo. Allora voi non farete nulla. Tanto peggio! poiché, sappiatelo, l’ozio, a tavola, è pernicioso; l’odore dei piatti vi nausea ed annega nei suoi effluvi ciò che potrebbe restarvi di appetito. Supponete, al contrario, che gli antipasti siano alla vostra portata, voi rosicchierete, attendendo, un’olivetta, oppure un piccolo pimento giallo del Brasile, o una tartina di caviale, o una acciuga di Norvegia; il sapore stimo- lante di queste bagattelle salutari ravviverà le vostre fòrze gastriche, la saliva arriverà abbondante alla bocca e quando vi presenteranno quel succulento filetto alla Richelieu, che tanto vi ha colpito l’oc chio, ne accetterete, mangerete e digerirete una fetta venerabile, senza nuocere in nulla al seguito ed alla conclusione. Dunque, lasciate gli antipasti sulla ta vola fin dopo l’assorbimento degli arrosti.
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