Parole in Piazza - Corteo 25 novembre 2023
16 Liceo “ Romagnosi ” Nicol ò Simonazzi Nella giornata di ieri al Romagnosi si è tenuta l ’ assemblea di istituto. In uno dei vari spazi il tema affrontato è stato quello della prospettiva maschile sulla violenza di genere. Senza voler rubare spazio alla voce femminile, rivolgo oggi a voi uomini la stessa domanda fatta ieri agli studenti e vi invito a rifletterci su anche fuori da questo corteo: ma noi maschi, cosa ne pensiamo? Le riflessioni che sono uscite sono state molto interessanti: ad esempio, alla domanda: “ Che cosa fate voi maschi per proteggervi quando siete fuori da soli la sera? ” La risposta non c ’è stata, noi non sentiamo il bisogno di doverci proteggere. La stessa domanda posta invece alle femmine ha ricevuto decine di risposte con vari trucchi diversi di protezione. La risposta pi ù terribile per me è stata quella di una ragazza, che ha detto che si tiene sempre nelle tasche una biro con cui poter colpire e ferire qualora dovesse essere molestata fisicamente. È questo il punto a cui siamo arrivati, doversi abituare alla violenza e prepararsi a ricorrere ad essa, rispondere alla violenza con altra violenza. Una situazione esasperata, che per ò ci tocca solo nel momento in cui fa rumore. Elena Cecchettin per sua sorella Giulia non ha chiesto un minuto di silenzio, ma un minuto di rumore, di silenzio ce n ’è stato fin troppo. Ma questo rumore a noi maschi conviene? No. No perch é inevitabilmente smuove qualcosa anche in noi. Ci fa sentire sotto accusa. Ci fa mettere in discussione noi stessi. Ed è proprio questo che ci spaventa, è proprio questo che cerchiamo costantemente di nascondere dietro la facciata del maschio forte e duro che non piangemai. Siamo terrorizzati dal metterci all ’ angolo e far pace con noi stessi per primi. Un uomo davvero forte e sicuro, non alza le mani, non uccide la sua ragazza solo perch é si laureer à prima di lui. Un vero uomo dialoga, con s é stesso e poi con gli altri. L ’ emergenza che stiamo vivendo ci chiama ad uscire dalla miseria emozionale in cui siamo e a lavorare in primis su noi stessi e poi sulle relazioni: impariamo a vivere insieme agli altri, a non vergognarci di parlare di quello che non va, ad ascoltare e ametterci nei panni di chi abbiamo davanti. Invece che allenare solo il corpo, alleniamo anche la mente. Invece di andare solo in palestra, andiamo anche dallo psicologo. Perch é se mi d à fastidio che la mia ragazza vada a ballare e si metta i tacchi il problema è mio e non suo
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjExMTU0MA==