RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

non per bisogno ma per progetto. Dunque la verità presente è: che la minestra, per quanto buona e ap- petibile a ventricolo vuoto, non solletica abbastanza uno stomaco occupato e un palato su cui già passa- rono più maschi sapori. È come l'esordio di una predica che, per quanto bello ed eloquente, ha una intonazione blanda, tranquilla; prenuncia le argo- mentazioni, ma non le sviluppa; dispone gli affetti, ma non l i move per anco: perciò va bene in prin- cipio, ma riescirebbe freddo e fiacco porgendolo do- po la dialettica ardente e i periodi furiosi. Sì, la minestra è l'esordio del pranzo. Su questo tema io sostenni a tavola le più trionfali polemiche: e non dimenticherò mai che un famoso basso - comico, forte dell'esperienza acquistata ne' suoi viaggi, credette darmi i l colpo di grazia asseren- do che in varie capitali d'Europa, alle mense dei si- gnori si servono più vivande prima della minestra. • Ma io coll'ajuto della ragione pura ho fatto precipi- tare quella tremenda objezione, come i l colosso dai piedi di creta. (Ah Giorgio, questo prosciutto è di una bontà irresistibile! ritornami quel piatto, che voglio dirgil un'altra parolina). E gli risposi, che * per noi l'argomento non valeva, perchè riferivasi a cl imi diversi, a diverse razze di uomini, fors'anche

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