RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

« A proposito, che cosa ci dai oggi per minestra ? Se te lo dico, tremo d'una tua fierissima confuta- z i on e .—V i a, parla; già dobbiamo saperlo a mo- ment i: vedrò di usare indulgenza. — T i do una mi- nestra di risi, cavoli e fagiuoli, con un pochettino di sedano e carote, brodo superbo di manzo e cappone, una buona pestata di lardo, e quattro fettine di co- tica di majale. — A h Giorgio, mi hai toccato i l cuo- re ! senti : tu puoi fallare perchè manchi di una espe- rienza di genere distinto, ma in fondo hai ottime disposizion,i e io spero di farne un uomo. Ciò che tu mi descrivesti timidamente e in aspettazione di un rimprovero, è nientemeno che la g a lab per ec- cellenza del nostro buon popolo milanese, la mine- stra delle minestre, che noi perciò onoriamo col no- me energico di m i n e s t r,o n e del quale beato chi può cibarne alla sera, così in piedi, una scodella fredda, se anche fosse reduce dalla mensa di Epulone : giac- ché per certe vivande un posticino si trova sempre. E la si mangia dopo averla direi quasi vangata col cucohiaj o che vi resta dentro confitto come la zappa in fertile terreno inumidito appena da un po' di piog- gia. Delizie ineffabili, riservate ai ventricoli omerici della gente alla buona, e sconosciute perfino ai mo- narchi : i quali d'altronde, colla corona in capo o lo

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