RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937
un'altra e poi finisco. Senza punto derogare agli elogi da me fatti a questo cibo, mi sembra che in giorno d'invito si potrebbe dispensarsene affatto, perchè in- • somma è commune, triviale, e qualunque mascalzone può procacciarselo da un momento all'altro, e forse metà de' tuoi commensali l'hanno già mangiato que- sta mattina a colazione. E questo mio parere che ti do con la massima riserva diventa poi un precetto indeclinabile, quando durante i l pranzo ci sia qual- che altro piatto di carni porcine. Giorgio, ritieni bene questa massima: a una tavola è permesso di servire ripetutamente i l pollame, i l vitello, la selvaggina, purché sieno variamente manipolati: ma di majale, comunque siasi, basta una volta, per carità! perchè è un cibo pieno di pepe e di sale, unto, acre, indigesto, e tanto più sano quanto meno se ne mangia. E ti dico questo perchè nel buon popolo abbondano le fami- glie così perdute di gusto culinario, che con una buo- na fede incredibile sono capaci di affidare i princ-i pali onori d'una mensa al truculento majale. Senti questa, e inorridisc,i perchè è cosa da far venire l ' in- digestione e le afte in bocca solamente a narrarla. Saranno già quindici anni che io fui convitato con una mano d'amici in casa di un amico commune : e ciò fu la nostra salute perchè, avvezzi a dirci roma e
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