RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

toma sul viso, la rabbia dell'occorso non ci restò compressa sullo stomaco dalla dissimulazione. Si principiò i l desinare col solito salame di tutti i co- lori e di tutte le spezie: pazienza. Dopo qualche piatto, capita in tavola un gran zampone con lenti : a quella vista fu un dimenarci sulle seggiole e un gridare per istinto simultaneo : « Ohe ! ci dai an- cora del porco ?» E uno diceva che era una satira omeopatica appoggiata alle parole similia similibus c u r a n t:u r un altro richiamò l'esempio della marche- sana di Monferrato che servì al re di Francia un pranzo tutto composto di galline, come racconta quel lepidone superlativo di messer Giovanni Boc- caccio: insomma ognuno disse la sua. L'amico pa- drone si scusava ridendo, ma faceva una certa cera da sornione che mi fece balenare alla mente un or- rendo sospetto. Mi rivolgo al vicino, e gli dico sotto voce : « Sono pronto a scommettere che non è an- cora finita, e v'è un'altra portata di ma j a l e .—Va via, matto, è impossibile.-—Ti replico che ci sarà del majale ancora : me lo dice quell'aria da traditore tra i l buffo e i l serio, e più di tutto i l cuore che, • trattandosi di malanni, non falla ma. i —Quando è così, denunziamolo alla br i ga t a .—No, bestia, riser- biamoci almeno i l divertimento della sorpresa, e del

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