RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937
sentire un nuovo scoppio d'ira dopo calmata la pri- ma. » Difatti da lì a poco viene l'arrosto; indovine- resti? nientemeno che un gran piatto di tomaselle, le quali, come saprai, sono certe piccole otri di car- ne grassa di majale pesta con pignol,i ma di una na- tura così perfidamente salata e unta e oleosa, che a spremerne una sola si potrebbe accendere un lum-i cino per una settimana a S. Antonio del p o r c e l, l o e resterebb e ancora tanto viscidume in mano da ugnere le ruote di una carrozza. A quella vista, e peggio a quel sapore acre e salso, fu un gridare, anzi un urlare da casa del diavolo: poco mancò che si venisse alle mani, e sarebbe stata indicatissima l'operazione di una battitura ohe servisse di esempio : ma eravamo dieci contro uno, e, a ogni modo, si stava mangiando in casa sua. Questo però non im- pedì che tavola stante, anzi in flagrante delitto, non si instituisse un processo con giudizoi e sentenza, per la quale, dietro mol ti c o n s i d e r a, n d o e specialmente ritenuto « che i l misfatto del pranzo majalesco sia da attribuirsi piuttosto ad estrema imperizia nell'arte di convitare che a deliberata perversità d'intenzione, il consesso nella sua clemenza l imita la condanna del reo alla multa dei sorbetti da mandarsi a prendere all'istante per guarire le gole dei convitati da quella
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