RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

È qualche tempo che Giorgio risponde a stento, e s'è fatto serio: diamine! che gli fosse salita la mosca al naso per l'affare delle candele di sego? Io ve l 'ho pur detto che la verità per solito è una prosaccia che disgusta. Ebbene, lasciamolo tranquillo e torniamo a discorrere con gli amici di prima. A costo di una marcatissima sproporzione fra le par- ti del mio discorso, sarò molto breve, e mi terrò sul- le generali circa al resto del pranzo, poiché infine cosa s'abbia da mangiare e come, tutti lo sanno: e questa è piuttosto opera del cuoco che mia. Ho vo- luto difundermi un poco sul primo dar mano al cucchiajo e alla forchetta per dimostrare quanta este- tica contenga la sola minestra, e in qual torrente di filosofia logica possa nuotare un salame. Sopratutto apprenderanno i mal pratici che sulle minime cose si può, anzi si deve sottilmente ragionare; e per paura di grossolani errori avranno ricorso agli intelligenti dell' arte per lasciarsi dirigere nei loro conviti. Ma se io dovessi dilungarmi egualmente su tutta la partita materiale del pranzo, e discutere su ogni briciola e ogni stecco, finirei a darvi un volume grosso come i l calepino delle sette lingue, e allora addio popolarità : avrei scritto solamente per i dotti che d'ordinario so- no proprio tra quelli che non possono mai convitare.

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=