RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937
scono un serio esame sul piatto, e voltano tutti i pezzi, e non trovano mai la porzione che fa per loro, e finalmente vogliono appena un bocconcino, e di - mandano una suddivisione perchè si è trinciato trop- po grosso : e poi quel terribile secondo giro del piat- to i n umile e supplichevole ricerca di chi si lascia trascinare a far b i:s e poi, e poi . . . pensateci, e di questi p o i ne troverete tanti a l t r i: io sono stanco di noverarl.i Fatto sta che se le portate sono molte, è un vero sgomento a pensare quanto duri un pran- zo: perchè, mentre dai grandi signori dodici piatti sembrano sei, dal popolo sei piatti sembrano più che dodic.i A me è occorso le tante volte di stare a tavola più di tre ore. V i pare poco? ebbene , mi ac- cadde in occasioni di nozze di starci più di quattro ore. Non vi fa ancora meraviglia? ebbene i tesori della mia esperienza sono inesauribil:i i n campagna da grossi fittabili che celebravano contratti di for- maggi (se male non mi ricordo) io ho assistito a uno di quei pranzi dove le ore non si contano più per- chè trattasi di porsi a tavola a sole meridiano, e trovarsi ancora là a notte fitta. E per numerosi che fossimo, c'era da mangiare per dieci volte tanti. Oh quanto bue, quanto vitello, quanto majale, quanto vino grosso, quanti capponi, quante anitre, quanti — 159
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