RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

genio della cuciniera e anche della padrona di casa che in bella gara faranno campeggiare i loro rispet- tivi colpi di riserva. Su di che voglio l imitarmi a una sola avvertenza. Per evitare le vivande soverchia- - mente communi, molti omettono i l manzo. Ma l e! perchè quello è i l cibo per eccellenza, i l principe dei cibi, i l piatto della virilità, del buon senso, del gusto severo. Il dimenticarlo in un buon pranzo, sia mo' a lesso, sia in ristretto, sia all'inglese, mi renderebbe si- militudine di chi, scrivendo la storia della letteratura italiana, dimenticasse l 'Al l ighi e.r i Sì, i l manzo è i l Dante delle mense, come un ghiotto pasticcio di tar- tufi e selvaggina ne sarebbe l 'Ariosto, come.... Pec- cato che dovrei dilungarmi troppo dal mio punto • di vista: altrimenti, vi farei sentire che, in forza di quella mirabile armonìa che lega tutte le opere di natura, non che tutti i lavori dell'arte per rapporti incomprensibiil alle menti volgari, ogni grande scrit- tore può ragguagliarsi a qualche vivanda, dalle più semplici alle più complicate: con che, senza tante sottigliezze cachettiche, e pedantesche dissertazioni, s'impronterebbe nella memoria del popolo l ' indole, la fisonomia, i l caratter e individuale dei sommi no- stri poeti. Che bel progresso sarebbe questo di non designare più le pietanze col loro nome prosaico! 162

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