RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

M' imagino di udire un dialogo fra due amici che partano da un desinare cattivo. « S'è pur mangiato da cani, veh! — Si capiva f in da principio che la doveva andar male: che broda lunga era quel Pas- seroni! — E i l Dante poteva esser e più duro e i n- digesto? l 'ho ancora sullo stomaco che non mi vuol passare.—-Sai perchè? ritengo di certo che non fos- se Dante, ma Beatrice. — Mi sentii tutto a conso- lare quando capitò in tavola i l Metastasio: ma an- che lui è riescito troppo molle e dolciastro», ecc. D i questa nuova e istruttiva nomenclatura ne parleremo forse altra volta. Ora ritorniamo al nostro discorso. Non crediate però che s'abbiano ad ammirare sol- tanto i desinari illustr,i dietro i l confronto che ho istituito fra le mense dei grandi e quelle del po- polo. L'antitesi sarà riescita utile coll'additarvi molte pecche da schivare, e sopratutto col dimostrarvi che bisogna desistere da gare per le quali vogiionsi e consumata pratica, e gusto raffinatissimo, e grandi mezzi, e artefici famosi. Del resto, l'uomo deve essere enciclopedico e sapere apprezzare i l bello e i l buono dovunque si t rovi: e ai pranzi popolari, quando sie- no ben regolati, se ne trova assai. Dai grandi si man- gia meglio; ma tra di noi si mangia più allegramente.

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