RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937
qualche sorpresa e di ricevere un accoglimento non troppo caldo. Perciò tali inviti non sono accettati per buona valuta che dalle così dette faccie bronzine; per tutti gli altri sono semplici parole e nulla più. Quindi è che siffatti invitatori perpetui che non i n- vitano mai, commettono, direi quasi, una piccola mariuoleria, una specie di truffa morale, spendendo ciarle per gentilezze, e aspirando alla gratitudine di favori che non impartiscono in fatto, e forse non hanno voglia d'impartire : con che rassomigliano un poco a certi vecchi volponi che con astute frasi fanno sperare la propria eredità a Ti z i o, a Cajo, a Sem- pronio, per cavarne protezione, premure, riguard,i e col perfido intendimento di corbellarli poi tutti. G li uomini positivi e sinceri schivano le idee vaghe, e stringono sulle concrete. Se bramate di avere un tale a pranzo, e vi sia indifferente i l giorno, lascia- telo pur scegliere a l u i, ma fate che lo scelga. Per esempio, ditegli : « M i favorisce oggi ? — Non posso. — Ebbene, dimani .—Nemmeno. — Dunque posdi- mani : insomma, fissiamo un giorno, poiché sarà per me uno dei belli, e, più presto arriverà, me ne farà sperare alcun altro. » Così vi troverete sul campo del • buon senso e della schietta cortesia. Al cuni corrono all'eccesso contrario, invitando con
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